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21 Aprile 2023 – Redazione

Ormai il quadro è chiaro! Almeno così sembrerebbe, anche se ci sono sempre troppe persone che credono agli asini che volano, sopratutto quando si parla di malattie, medici e medicine.
Così ho ritenuto interessante riportare il paragrafo di un libro molto esaustivo in materia di bugie farmaceutiche e farmacologiche, per non demordere nel tentativo di mandare luce a quei cervelli rimasti ancora bui, su tematiche  così sensibili, come la salute. in fondo all’articolo posterò il titolo del testo.

”Un tempo le aziende farmaceutiche promuovevano i farmaci per curare le malattie” ha osservato Marcia Angell, medico specializzato in medicina interna e patologia, è stata direttrice “The New England Journal of Medicine”.”Adesso accade spesso il contrario: promuovono malattie che si adattano ai loro farmaci”. Negli ultimi 30 anni, infatti, abbiamo assistito alla nascita di nuove patologie create ad hoc da medici ed istituzioni compiacenti solo per aumentare i profitti del settore farmaceutico. Per espandere i mercati di nuovi prodotti sono emerse alleanze informali che hanno ampliato i confini delle malattie trattabili. La strategia di punta ha come obiettivo le notizie veicolate dai media. Queste vengono alimentare con storie create ad hoc per generare paura su una condizione o malattia per attrarre l’attenzione sull’ultimo farmaco o ritrovato.                                    Le industrie farmaceutiche sponsorizzano malattie e le promuovono sia presso chi prescrive i farmaci sia presso i consumatori”.

Per esempio, il mercato dei farmaci per l’ipertensione ha conosciuto una rapida espansione da quando un gruppo di esperti ufficialmente imparziale, ha modificato i parametri per stabilire quando la pressione sanguigna deve essere considerata pericolosamente alta. Originariamente la soglia era stata fissata sopra i valori 140/90 mmHg, ma nel 2003 è stata introdotta la nuova categoria di “preipertensione”, che va da 120/80 mmH a 139/90 mmHg valori prima normali.                          Questo giochetto è ancora più scoperto nel caso del colesterolo dai livelli di 280mg/DL in precedenza considerati non a rischio si è passati prima a 240 mg/DL e ora l’ordine medico e’ in fermento per abbassarlo ulteriormente fino a 200. Chi ha tratto vantaggio da queste revisioni? È facile intuirli: i nuovi parametri hanno portato un’immediata espansione del mercato di Big Pharma. Nel loro insieme, oggi i farmaci anti colesterolo generano introiti di oltre 25 miliardi di dollari all’anno per i produttori, che includono i maggiori nomi dell’industria mondiale. Quali la Bayer, la Astrazeneca e la Pfizer. In paesi meno ricchi, compresi alcuni Stati dell’Europa dell’Est, i costi crescenti di questi medicinali rischiano da soli di mandare in fallimento il sistema sanitario.

Nonostante vengano sempre raccomandare una dieta sana e l’attività fisica, è prevedibile che la stragrande maggioranza dei pazienti preferirà, per pigrizia, per maggior sicurezza o per forme indotte di ipocondria, ricorrere ai farmaci. I conflitti di interesse degli esperti consultati nel 2004 erano ancora più marcati che delle precede commissioni: ben 8 dei 9 membri lavoravano anche come relatori, consulenti o ricercatori per le maggiori case farmaceutiche come Pfizer, Merck, Bristol-Myers Squibb, Novartis, Abbott Laboratories, Astrazeneca e GlacoSmithKline. Pur di vendere farmaci anche alla popolazione sana, Big Pharma finanzia ricerche e articoli scientifici che hanno lo scopo di interpretare i normali segni della vecchiaia come delle vere e proprie malattie. Centinaia di milioni di donne hanno così finito per assumere medicinali per contrastare  i sintomi post menopausali.

La collaborazione dei medici con le multinazionali si manifesta in un’ alleanza nefasta per la corretta informazione scientifica, poiché promuove un quadro che fa apparire diffusa e grave una malattia, ed esalta le cure farmacologiche a discapito dei metodi alternativi. E cosi, se un tempo era sufficiente un infuso di camomilla per alleviare i si tomi occasionali dell’acidità di stomaco, oggi questa e’ ritenuta una vera patologia, ovvero una “malattia” da reflusso acido o malattia da reflusso gastroesofageo che deve essere trattata con

fino a qualche decennio fa la timidezza era considerata una semplice caratteristica della personalità, ma con l’introduzione di nuove psicopatologie come “il disordine da ansia sociale”, il confine tra l’una e l’altra si è fatto molto labile. Il modo per vendere farmaci, ha dichiarato il bioetico Cari Elliot, è vendere malattie psichiatriche. I risultati si sono visti dopo l’11 settembre, quando il PAXIL (che era brevettato anche per il “disordine d’ansia generalizzato”) venne massicciamente reclamizzato come rimedio per i devastanti effetti psicologici indotti dall’attentato terroristico. La GlaxoSmithKline non si fece scrupoli ad utilizzare le terribili immagini delle Torri gemelle in fiamme per la campagna pubblicitaria!

Infine, una regola ancor più valida per i produttori di farmaci e’ che per loro non esistono persone ma solo potenziali clienti, e se lo studio di una patologia non promette buoni profitti, significa automaticamente che non vale la pena cercare una cura!

FONTE: Tratto dal libro “Scoperte Mediche non autorizzate” di Marco Pizzuti

 

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2 Marzo 2023 – Redazione – Fonte: La Stampa

Il Covid ha finito la sua corsa vera o presunta, gli italiani hanno deciso di non vaccinarsi più e i magazzini sono pieni di dosi di elisir di lunga malattia destinate al macero. A fine 2023 potrebbero essere 173 milioni le dosi inutilizzate, visto che ora dai contratti secretati spunta a sorpresa una clausola capestro che obbliga l’Europa ad acquistare quest’anno da Pfizer altri 450 milioni di dosi, 61,1 destinate all’Italia, alla quale spetta il 13,6% del totale. Uno spreco che alla fine rischia di costarci oltre tre miliardi di euro, che sarebbe stato utile investire nella nostra sanità pubblica in grande difficoltà. Sarebbe ora di porre fine a questa farsa da 4 soldi a cui fin troppo hanno creduto. Nessuno e’ obbligato ad acquistare dosi inutili! Che l’Italia facesse sentire la sua voce e si rifiutasse! E che nessuno dica che l’accordo e’ determinato da un Pnnr altrettanto inconcludente, incantatore di serpenti senza costrutto, perché è vero come un ologramma!

Delle fiale arrivate a fine estate, quelle aggiornate sulle viarianti Omicron 4 e 5, resterebbero da inoculare 15 milioni di dosi acquistate nel 2022, più altri 61,2 milioni che dovrebbero arrivare dalla Pfizer nel corso del 2023. Mah! Per farle a chi? A coloro che hanno deciso di anestetizzare la ghiandola pineale, per non pensare e credere agli sono che volano. Purtroppo dal 6 al 12 febbraio, la media delle somministrazioni è stata di 3.421 al giorno per le quarte dosi, anche se, per fortuna, il numero dei vaccinati e’ sempre più in discesa.

Ieri è trapelata la notizia che il New York Times avrebbe deciso di portare la Commissione Ue in tribunale per non aver reso pubblico lo scambio di messaggi tra la presidente von der Leyen e il Ceo di Pfizer, Albert Bourla, riguardo al negoziato che ha portato all’acquisto dei vaccini anti-Covid. Certo è che resta difficile comprendere come mai in questi 76 e passa milioni di dosi siano compresi i 19 milioni aggiornati su Omicron 1. Acquistati dall’Ue e autorizzati dall’europea Ema appena una manciata di giorni prima che venisse accesa la luce verde a quelli aggiornati sulle nuove sottovarianti di Omicron 4 e 5. Come se non si fosse saputo che a quel punto quasi tutti avrebbero preteso i «nuovi modelli», nonostante gli esperti dell’ex Cts si affannassero a dire che erano più o meno simili a quelli tarati sulla versione originaria di Omicron, ormai scomparsa in Italia.

La conta non è comunque finita qui, perché al fardello vanno aggiunte 9 milioni di dosi della francese Sanofi, acquistate nel lontano 2020 ma in consegna solo ora. Così si arriva a un totale di 80 milioni. Fin qui per restare all’era Omicron. Perché alla conta degli antidoti inutilizzati vanno poi aggiunti i 28 milioni andati in scadenza a fine 2022, secondo quanto affermato a suo tempo dallo stesso generale Tommaso Petroni, a capo della task force per il completamento della campagna vaccinale. A questi vanno infine sommati i 60 milioni di dosi donate all’Africa. Rimaste in larga parte inutilizzate, soprattutto per problemi logistici, visto che spesso sono arrivate dove non c’erano nemmeno i frigoriferi per conservarle.

Fatta la somma si arriva a 173,1 milioni di dosi inutilizzate. I contratti con le case farmaceutiche sono secretati ma il vaccino Pfizer nella prima versione è costato 16 euro a dose, quello aggiornato su Omicron 19 euro. In tutto fanno oltre tre miliardi di euro buttati alle ortiche.  Vero è che i sieri sono sempre stati acquistati direttamente dall’UE, che poi ha pensato a smistarli in tutti gli Stati membri, ma in ogni caso, l’Italia, ha dovuto firmare, seppur indirettamente, un contratto pesante con Big Pharma. Per questo, sulla carta, l’Italia sarà comunque chiamata a pagare il conto, di fatto…chissà!

L’Europa ha puntato a garantire la massima copertura vaccinale possibile, hanno sempre ricordato in passato Aifa e Css. Ma resta da capire perché si sia deciso a settembre di partire subito con milioni di vaccini che sarebbero stati superati a breve da prodotti più aggiornati, pur avendo in deposito ancora milioni di dosi inutilizzate di antidoti tarati sul ceppo originario di Wuhan. Ma soprattutto non si comprende per quale motivo la Commissione europea abbia dovuto accettare da Pfizer clausole capestro che la vincolano all’acquisto di centinaia di milioni di dosi, 450 nel 2022 e altrettante quest’anno, indipendentemente dall’andamento epidemico o dallo spuntare di nuove varianti. I più istituzionali diranno che queste spiegazioni sono valide a pandemia finita, ma i più preparati (inascoltati per due anni) consapevoli e che conoscono realmente la Storia, avevano già compreso quale fregatura fosse dietro l’angolo.  il potere contrattuale delle aziende si sarebbe dovuto in qualche misura attenuare, considerando che Pfizer, Moderna, Johnson&Johnson, Novavax e Astra Zeneca hanno ricevuto complessivamente quasi 10 miliardi di finanziamenti pubblici per sostenere la ricerca da Usa, Gran Bretagna e Ue. E che anche senza clausole vessatorie alle industrie non sarebbe comunque andata male lo dicono i ricavi 2021: circa 45 miliardi Pfizer, 16 miliardi per Moderna, che nel 2019 non andava oltre i 55 milioni.

Che non tutto abbia funzionato per il meglio deve averlo pensato del resto anche la Corte dei Conti europea, che a settembre ha bacchettato von der Leyen in un report che menziona come «un caso di cattiva amministrazione» il «rifiuto della Commissione europea di concedere l’accesso del pubblico ai messaggi di testo scambiati tra la presidente della Commissione e l’amministratore delegato di Pfizer durante i negoziati preliminari». Manchevolezze pagate a caro prezzo anche dall’Italia.

Vedremo……

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07 Aprile 2022 – Redazione –

di Children’s Health Defense

L’ultima serie di documenti Pfizer, rilasciata il 1 ° aprile, conferma che Pfizer sapeva che l’immunità naturale era efficace nel prevenire gravi malattie.

Nel segmento di lunedì di “Rising” di The Hill, il giornalista e commentatore politico Kim Iversenha detto che i documenti hanno inoltre rivelato che il vaccino non poteva essere attestato come sicuro per le donne incinte o le donne alla ricerca di una gravidanza e che la miocardite era una reazione avversa nota al vaccino.

I documenti facevano parte del rilascio ordinato dal tribunale di 340.000 pagine di documentazione presentata alla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti da Pfizer nella domanda di autorizzazione all’uso di emergenza del suo vaccino.

In risposta a una richiesta del Freedom of Information Act nell’agosto 2021, da parte di Public Health and Medical Professionals for Transparency, la FDA inizialmente ha cercato di ritardare il rilascio completo dei documenti per 75 anni, ma un giudice federale ha imposto il loro rilascio entro otto mesi.

La FDA ha rilasciato nuove 11.000 pagine il 1 ° aprile.

Nella discussione con i co-conduttori di “Rising” Robby Soave e Ryan Grim, Iversen ha identificato la “prima bomba” nei documenti: il fatto che “l’immunità naturale funziona, e Pfizer lo sapeva”.

Iversen ha detto:

“I dati degli studi clinici hanno mostrato che i soggetti con una precedente infezione da COVID non avevano alcuna differenza nell’esito rispetto a quelli vaccinati. Nello studio limitato, nessuno dei vaccinati né quelli con precedente infezione hanno affrontato una malattia grave come definito dalla FDA o dal CDC [Centers for Disease Control and Prevention]”.

La FDA definisce il covid grave come un caso che richiede supporto di ossigeno. Il CDC lo definisce come un caso che richiede il ricovero in ospedale.

“Ci sono stati zero casi di COVID grave nel gruppo di immunità naturale, indipendentemente dal fatto che siano stati vaccinati o meno”, ha detto Iversen.

Iversen ha inotre detto che i dati hanno mostrato che i tassi di infezione di qualsiasi tipo erano “statisticamente identici” tra i vaccinati e quelli con immunità naturale.

Ha detto:

“Eppure, piuttosto che dire che le persone con immunità naturale non avevano bisogno del vaccino, Pfizer ha invece dichiarato: “I risultati finali di efficacia mostrano che il vaccino ha fornito protezione contro COVID-19 per i partecipanti con o senza prove di precedente infezione”.

Effetti avversi su soggetti più giovani

I dati clinici mostrano anche che Pfizer era a conoscenza di problemi ora ben documentati di reazioni più gravi tra i soggetti più giovani.

Iversen ha detto:

“Un’altra rivelazione dai documenti è stata che le reazioni avverse erano più frequenti e più gravi nei gruppi più giovani.

“Il documento recita: ‘La reattogenicità e gli eventi avversi erano generalmente più lievi e meno frequenti nei partecipanti al gruppo più anziano [55 e oltre] rispetto al gruppo più giovane e nel complesso tendevano ad aumentare con l’aumentare della dose di vaccino”.

“Lo studio stesso era per 16 anni e oltre, quindi gli effetti collaterali erano più frequenti e più gravi nelle persone sotto i 55 anni, anche se sappiamo che più sei giovane meno è probabile che tu abbia un COVID grave”, ha detto Iversen.

Iversen ha citato i dati di The Lancet che mostrano che i 16enni hanno una probabilità del 99,993% di sopravvivere al COVID; 30enni con una probabilità del 99,943% di sopravvivere; e 50enni con una probabilità del 99,572%.

“Solo con il gruppo di 60 anni e più”, ha riassunto Iversen, “c’è un calo al di sotto dei tassi di sopravvivenza del 99%”.

Il modulo di consenso mostra che Pfizer era a conoscenza di miocardite e problemi di fertilità

Secondo un modulo di consenso per i partecipanti allo studio incluso nel rilascio del documento, Pfizer era a conoscenza delle preoccupazioni relative alla miocardite e menzionava esplicitamente la possibilità di un impatto del vaccino sulla salute riproduttiva delle donne.

Iversen ha detto che il modulo elenca diversi possibili effetti collaterali, tra cui la miocardite, “che molti di noi conoscono, ma il documento dice che il tasso di occorrenza è di 10 su 100.000 persone, e non specificano l’età o il sesso, quindi è molto più alto dei tassi precedentemente riportati di 1 su 50.000 persone”.

“Inoltre”, ha detto, “sappiamo che la maggior parte di questi casi si verificano nei maschi più giovani, quindi quando si controlla per età e sesso il rischio aumenta significativamente”.

Il modulo di consenso afferma inoltre che “gli effetti del vaccino COVID-19 sullo sperma, una gravidanza, un feto o un bambino che allatta non sono noti”.

Iversen ha sottolineato come la stampa e i funzionari pubblici abbiano demonizzato l’esitazione sui vaccini tra le donne più giovani e i genitori di ragazze adolescenti.

“Nonostante questi scienziati ammettano in questo consenso che semplicemente non lo sanno, le raccomandazioni pubbliche dichiarano che i vaccini non hanno alcun effetto negativo sulla riproduzione”, ha detto Iversen, “ma il fatto è che semplicemente non lo sappiamo”.

Iversen sostiene che questi documenti appena rilasciati saranno utili in sede legale di contestazione dell’obbligo vaccinale Covid per tutti i soggetti contemplati.

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07 Aprile 2022 – Redazione – Fonte: Eventi Avversi

I vaccini geneticamente modificati adottati in Europa hanno un’incidenza senza precedenti di gravi effetti collaterali e decessi. Ciò è dimostrato dai dati delle banche dati ufficiali delle due organizzazioni dell’UE EMA e ECDC.

Vediamo che tutti i preparati hanno tassi molto alti di effetti collaterali. A 3 dosi, le probabilità di problemi cardiaci sono in:

  • Pfizer: 1 su 4747
  • Moderna: 1 su 4555
  • Novavax: 1 su 1684
  • Janssen: 1 su 3333

A 3 dosi, le probabilità di disturbi del sistema nervoso sono in:

  • Pfizer: 1 su 863
  • Moderna: 1 su 711
  • Novavax: 1 su 546
  • Janssen: 1 su 303

Tuttavia, va tenuto presente che vi è una notevole sotto-segnalazione. Non solo perché i medici evitano lo sforzo non retribuito, ma anche perché le segnalazioni di effetti collaterali sono attivamente soppresse. Il numero di casi non segnalati è almeno compreso tra 10 e 20 volte gli effetti collaterali segnalati.

Un’imposizione equivale alla licenza di infliggere deliberatamente e consapevolmente gravi lesioni alle persone o addirittura di causare morti con una probabilità non così bassa. In uno Stato di diritto, questo non può che essere impensabile e impossibile.

 

 

05 Aprile 2022 – Redazione – Dr. Dr. Franziska Tischler

L’infiammazione del muscolo cardiaco dopo l’iniezione di mRNA modificato – come vaccino contro il COVID-19 – si traduce in malattie gravi e potenzialmente pericolose per la vita che si verificano con frequenza spaventosa, specialmente nei giovani. Anche i decorsi apparentemente lievi possono portare a conseguenze a lungo termine come insufficienza cardiaca, aritmie cardiache o morte cardiaca improvvisa.

Un segnale MRI allarmante per tali possibili danni tardivi nella miocardite dopo la vaccinazione con mRNA è dimostrato da nuovi studi dalla letteratura. [1]

Rischio di miocardite significativamente aumentato dalla vaccinazione a mRNA

Il rischio di sviluppare miocardite dopo la seconda dose di vaccinazione a mRNA è significativamente aumentato per adolescenti e adulti fino a 49 anni di età, secondo un ampio studio statunitense [2]. Negli adolescenti di sesso maschile tra i 12 e i 15 anni, il rischio dopo la seconda iniezione del vaccino a mRNA BioNTech/Pfizer è 133 volte superiore al rischio normale a questa età. Un aumento a volte drastico può essere visto anche nelle ragazze e nelle giovani donne: nella fascia di età di 16 – 17 anni, ad esempio, il rischio è aumentato di 26 volte dopo la seconda iniezione del vaccino mRNA BioNTech / Pfizer.

Questo è tanto più grave perché gli adolescenti e i giovani adulti sono difficilmente minacciati da gravi decorsi COVID-19 e Long Covid.

Questo rischio acuto di miocardite da vaccinazione a mRNA è noto da tempo, e nel frattempo sono stati pubblicati anche alcuni studi che forniscono nuovi risultati piuttosto inquietanti per quanto riguarda le conseguenze a lungo termine.

Ma prima, alcune informazioni sulla miocardite.

Quanto è pericolosa la miocardite?

Il Paul Ehrlich Institute [3] scrive sulla miocardite dopo la vaccinazione a mRNA: “La miocardite è un’infiammazione del muscolo cardiaco, che può manifestarsi come dolore toracico, palpitazioni, aritmie cardiache fino all’insufficienza cardiaca”.

Uno studio statunitense sulla miocardite nei bambini [4] ha rilevato che il 10% dei bambini affetti non ha subito un recupero completo, il 12% è morto e un altro 12% ha avuto bisogno di un trapianto di cuore. In uno studio retrospettivo di Taiwan [5] per 5 anni, è stata riscontrata una letalità del 22% nei bambini. In 203 pazienti adulti (25 – 39 anni), la letalità è stata del 4,4% dopo un periodo di follow-up mediano di 57 mesi. [6]

La prognosi a lungo termine della miocardite correlata al virus è piuttosto sfavorevole, secondo un’analisi dei cardiologi tedeschi: quasi il 40% dei pazienti muore entro 10 anni. [7]

Quanto sia pericolosa e potenzialmente fatale la miocardite da vaccino a mRNA, non esiste ancora una valutazione conclusiva. Una valutazione iniziale è fornita dalle singole segnalazioni di casi e dalle cifre allarmanti riportate nei portali degli effetti collaterali:

Il Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) degli Stati Uniti ha un numero eccezionalmente elevato di 6.095 casi di miocardite e pericardite nei giovani di età compresa tra 12 e 39 anni dopo la vaccinazione contro COVID-19 in un periodo dall’inizio della campagna di vaccinazione. In confronto, nel 2018 e nel 2019, ad esempio, ci sono stati un totale di 43 casi segnalati per tutti i vaccini segnalati. [8]

A proposito, il CDC ha verificato in alcuni dei casi di miocardite, se questi soddisfacessero i rigorosi criteri CDC per la mio / pericardite (clinica, laboratorio, ECG, risonanza magnetica, ecc.) ed ha confermato il 67% dei casi. Quindi non è assolutamente vero che la maggior parte dei casi non siano reali.

Secondo uno studio della popolazione danese, il tasso di mortalità nei pazienti affetti da miocardite vaccinati con vaccini BioNTech / Pfizer è stato stimato al 2,1% e anche il tasso di insufficienza cardiaca è stato stimato al 2,1%(periodo di studio da ottobre 2020 a ottobre 2021). [9]

La miocardite è difficile da diagnosticare – spesso sintomi non specifici

La miocardite è spesso difficile da rilevare e diagnosticare. I sintomi sono spesso abbastanza aspecifici, nei bambini “i sintomi cardiaci sono spesso completamente assenti” [10]. A volte compaiono solo sintomi gastrointestinali, cioè dolore addominale, ecc. Anche le donne spesso reagiscono in modo molto atipico. È possibile che il rischio per le donne sia sottovalutato a causa dei sintomi spesso aspecifici e spesso quasi impercettibili. [11] [12] Le donne spesso riportano solo la dispnea (difficoltà respiratorie) come sintomo.

Se la miocardite rimane non trattata, alcuni pazienti sviluppano aritmie potenzialmente letali o insufficienza cardiaca progressiva. Nei bambini, questi numeri sono allarmanti: l’80% dei bambini affetti sviluppa malattie cardiache croniche con miocardite non trattata. [13]

Insidiose conseguenze a lungo termine della miocardite

La cosa particolarmente insidiosa della miocardite è che anche dopo periodi di mesi o addirittura anni senza sintomi poco appariscenti – anche dopo un presunto recupero – possono improvvisamente verificarsi aritmie cardiache potenzialmente letali o insufficienza cardiaca progressiva. [14-17].

Ad esempio, un articolo di revisione sulla miocardite nei bambini e negli adolescenti descrive le conseguenze a lungo termine:

“Un recente studio a lungo termine sulla miocardite pediatrica ha dimostrato che il più grande carico di miocardite potrebbe non essere visibile fino a 6-12 anni dopo la diagnosi, quando i bambini muoiono o devono sottoporsi a un trapianto di cuore per cardiomiopatia cronica dilatativa”. [18]

La Società tedesca per la cardiologia pediatrica avverte nelle linee guida S2k “Cardiologia pediatrica: miocardite nell’infanzia e nell’adolescenza“:

“I bambini con miocardite pregressa richiedono regolari controlli cardiologici pediatrici ambulatoriali a lungo termine, poiché è stato descritto anche un peggioramento tardivo“. [19]

L’American Heart Association nella sua dichiarazione scientifica sulla miocardite nei bambini, sostiene che un muscolo cardiaco danneggiato può lentamente ricostruirsi con buoni risultati nonostante il presunto recupero e diventare miopatico però in età avanzata. [20] Inoltre, il rischio di morte cardiaca improvvisa non sembra essere correlato alla gravità della malattia ed è stato anche osservato con la normale funzione cardiaca sistolica.

Un tale caso di una conseguenza tardiva a lungo termine è descritto in questo articolo da”Circulation“: un 15enne con miocardite clinica è rimasto asintomatico per lungo tempo. Dopo due anni, è morto improvvisamente di morte cardiaca improvvisa. L’autopsia ha rivelato tipici cambiamenti fibrotici nel cuore istologicamente (cioè nell’analisi microscopica del tessuto fine). [21]

La Nota Tecnica (Scheda Tecnica) per “Operatori sanitari che somministrano il vaccino” elenca, ad esempio, per il vaccino Pfizer/BioNTech negli Stati Uniti le informazioni ancora mancanti sulle conseguenze a lungo termine della miocardite e della pericardite [22]:

“Non sono ancora disponibili informazioni su potenziali sequele a lungo termine. (…)”

Ossia: “Non ci sono ancora informazioni sulle possibili conseguenze a lungo termine”.

Sempre più nuovi studi dimostrano che ci sono davvero indicazioni inquietanti di danni tardivi:

Nuovi studi: segnali preoccupanti nella risonanza magnetica cardiaca nella miocardite da vaccino mRNA

In questi nuovi studi, oltre alle solite frasi rassicuranti sul decorso acuto solitamente lieve, ci sono evidenze preoccupanti per quanto riguarda le possibili conseguenze a lungo termine della miocardite da vaccino a mRNA.

Ad esempio, ci sono spesso risultati nella risonanza magnetica cardiaca che indicano una prognosi sfavorevole:

Qui in uno studio dell’Università del North Dakota [23]:

“La presenza di amplificazione tardiva del gadolinio nella risonanza magnetica cardiaca ha suggerito necrosi / fibrosi miocardica e sono necessari ulteriori studi per determinare la prognosi a lungo termine della malattia”.

L‘88,3% dei pazienti sottoposti a risonanza magnetica presentava un tale aumento tardivo del gadolinio (LGE).

Uno studio dell’Università dello Utah [24] :

“I risultati evidenti nella risonanza magnetica cardiaca erano comuni”. “Delle 97 risonanze magnetiche eseguite, il 76,3% ha mostrato prove di aumento tardivo del gadolinio …” Questo risultato è stato anche visto in 6 su 15 risonanze magnetiche eseguite dopo più di 30 giorni a 88 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi, che è un segno particolarmente sfavorevole.

In un altro studio, i risultati positivi di LGE sono stati trovati nell’81% dei pazienti sottoposti a studi di risonanza magnetica con miocardite da vaccino a mRNA. [25] Un altro meta-studio descrive risultati LGE positivi nel 94,1% dei pazienti. [26] In uno studio su 15 bambini e adolescenti di età compresa tra 12 e 18 anni, LGE è stato trovato nell‘80% dei pazienti con miocardite da vaccino a mRNA. [27]

I risultati di uno studio a lungo termine su sette pazienti sono particolarmente preoccupanti:
durante i controlli dopo 6 mesi, i risultati LGE positivi sono stati ancora trovati in cinque pazienti nella risonanza magnetica cardiaca. [28]

Cosa significa “aumento tardivo del gadolinio” (LGE)?

Gli agenti di contrasto contenenti gadolinio vengono somministrati durante la risonanza magnetica cardiaca per migliorare il significato diagnostico. Un cosiddetto aumento tardivo del gadolinio – late gadolinium enhancement (LGE) significa – per dirla semplicemente – che circa 10 – 20 minuti dopo la somministrazione del mezzo di contrasto, le aree del muscolo cardiaco sono luminose, il che è associato a danni acuti del muscolo cardiaco e necrosi miocardica, nonché fibrosi e cicatrici nella miocardite. [29]

Tali cicatrici sul muscolo cardiaco possono innescare aritmie cardiache e / o portare a insufficienza cardiaca o cardiomiopatia.

Sul pericolo di cicatrici, il giornale HNA cita il cardiologo pediatrico Dr. Stefan Renz il quale afferma che non esiste una miocardite lieve, il rischio di cicatrici è sempre presente in una malattia corrispondente. Tali cicatrici potrebbero in seguito anche portare a morte cardiaca improvvisa. [30]

LGE come segno di cicatrici sul muscolo cardiaco – indicazione di aumento della mortalità

La LGE positiva ha un’importanza prognostica nella stima di eventi cardiovascolari avversi come la mortalità per tutte le cause e la mortalità cardiaca. La LGE positiva è un forte predittore di esito avverso nella miocardite e nella miocardite clinicamente sospetta.

Soprattutto nel caso degli esami mri, che vengono effettuati pochi mesi dopo l’insorgenza dei sintomi, l’esistenza di LGE parla di fibrosi e quindi di una prognosi sfavorevole.

Un meta-studio con 3 anni di follow-up ha mostrato che gli esiti peggiori si sono verificati principalmente in pazienti con LGE positivo. Gli autori hanno concluso che la LGA positiva è un forte predittore di scarso esito nella miocardite e nella miocardite clinicamente sospetta. Questo è anche indipendente dal livello di LVEF (frazione di eiezione ventricolare sinistra), che a volte è anche visto come un predittore.

Uno studio tedesco ha dimostrato che entro cinque anni, quasi il 20% dei pazienti con miocardite è morto in cui l’accumulo tardivo di gadolinio, LGE, aveva indicato cicatrici. [31]

Un meta-studio del 2021 ha rilevato che, sulla base dei dati di 2328 pazienti di 11 coorti indipendenti, la presenza di LGE ha portato un rischio significativo e 3 volte maggioredell’endpoint combinato di mortalità per tutte le cause ed eventi cardiaci avversi gravi. [32]

Pertanto, l’insorgenza e, soprattutto, la persistenza di LGE positivi nella miocardite da vaccino a mRNA è un segno allarmante di possibili conseguenze a lungo termine.

Risultato

  • Con la miocardite, c’è sempre il rischio di conseguenze a lungo termine. Anche i decorsi apparentemente lievi possono portare ad aritmie cardiache, insufficienza cardiaca e morte cardiaca improvvisa, anche dopo un periodo privo di sintomi.
  • Nuovi studi mostrano notevoli cambiamenti nella risonanza magnetica cardiaca (aumento tardivo del gadolinio) in molti pazienti con miocardite da vaccino a mRNA. Particolarmente preoccupanti sono i risultati di uno studio in cui questi cambiamenti sono persistiti per 6 mesi dopo la malattia.
  • Questi cambiamenti nella risonanza magnetica cardiaca parlano di cicatrici del muscolo cardiaco e rappresentano un’indicazione allarmante di possibili danni tardivi e scarsi risultati come l’aumento del rischio di morte.

Osservazioni conclusive personali sulle pubblicazioni citate

Naturalmente, nella maggior parte delle pubblicazioni, nonostante tutti questi dati preoccupanti, si ripete come un mantra che i benefici della vaccinazione superino comunque i rischi connessi. Il motivo è fin troppo comprensibile: è certamente molto difficile pubblicare uno studio al momento senza fare dichiarazioni simili. Non si dovrebbe accusare gli autori di questo.

Chiunque conosca il mondo scientifico sa quanto sia difficile per i ricercatori (m, f, d) in un mondo di risorse finanziarie limitate e posizioni spesso limitate nel tempo, quanto siano importanti le pubblicazioni e i fondi di ricerca per lo sviluppo e l’avanzamento professionale. La stragrande maggioranza dei ricercatori sono persone oneste e serie che si impegnano per la libertà e l’obiettività della scienza e il benessere delle persone. Pertanto, non sorprende che allo stesso tempo si dichiari ripetutamente nelle pubblicazioni in merito a tali effetti collaterali del vaccino come la miocardite – anche se in un linguaggio scientifico cauto, ma comunque chiaramente – che si sappia molto poco o nulla sulle conseguenze a lungo termine e che ci sia ancora un grande bisogno di ricerca. O in termini concreti: che in caso di persistenza del danno, come indicato da lgE, siano necessari un monitoraggio a lungo termine e ulteriori studi a causa del rischio per i pazienti.

Fonti:

  1. https://www.tctmd.com/news/prognosis-myocarditis-following-covid-19-vaccination-favorable
  2. https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2788346
  3. https://www.pei.de/SharedDocs/Downloads/DE/newsroom/dossiers/sicherheitsberichte/sicherheitsbericht-27-12-20-bis-30-11-21.pdf?__blob=publicationFile&v=9
  4. https://www.cambridge.org/core/journals/cardiology-in-the-young/article/abs/outcomes-for-children-with-acute-myocarditis/FF05BBE0E9114207D68C7EC9C8DD6506
  5. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21703554/
  6. https://www.termedia.pl/Characterization-and-long-term-outcomes-of-patients-with-myocarditis-a-retrospective-observational-study,35,43639,1,1.htm l
  7. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7660832/
  8. Tutti i dati recuperati da https://www.nvic.org/, il 02.04.2022
  9. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8683843/
  10. https://www.herzstiftung.de/infos-zu-herzerkrankungen/herzmuskelentzuendung/diagnose
  11. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31464553/
  12. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34281357/
  13. https://www.cincinnatichildrens.org/health/m/myocarditis
  14. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11334844/
  15. https://www.nature.com/articles/s41569-020-00435-x
  16. https://heart.bmj.com/content/97/9/709
  17. https://www.klinikum.uni-heidelberg.de/fileadmin/medizinische_klinik/Abteilung_3/ICH/Herz__Virus_und_Immunsystem_Kaya_Website.pdf
  18. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19357408/
  19. https://extranet.who.int/ncdccs/Data/DEU_D1_Myocarditis%20in%20children%20and%20adolescents.pdf
  20. https://www.ahajournals.org/doi/10.1161/CIR.0000000000001001
  21. https://www.ahajournals.org/doi/full/10.1161/CIRCULATIONAHA.107.693085
  22. https://www.fda.gov/media/153713/download
  23. https://www.cureus.com/articles/75720-clinical-presentation-and-outcomes-of-myocarditis-post-mrna-vaccination-a-meta-analysis-and-systematic-review
  24. https://www.ahajournals.org/doi/10.1161/CIRCULATIONAHA.121.056583
  25. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8856022/
  26. https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/rmv.2318
  27. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34374740/
  28. https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0735109722003084?via%3Dihub
  29. https://www.management-krankenhaus.de/topstories/medizintechnik/kardiale-mrt-goldstandard-bei-fokalen-narben
  30. https://www.hna.de/gesundheit/corona-impfung-kinder-jugendliche-nebenwirkung-herzmuskelentzuendung-biontech-moderna-90908632.html
  31. https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0735109712001581
  32. https://www.ahajournals.org/doi/10.1161/CIRCIMAGING.120.011492

03 Aprile 2022 – Redazione – Di  Thomas Oysmüller (Eventi Avversi)

Una nuova serie di documenti Pfizer citati in giudizio sul vaccino mRNA “Comirnaty” è stato rilasciato il 1 ° aprile.

L’FDA inizialmente aveva chiesto di rilasciarli nel 2076.

Successivamente e grazie alle azioni legali intraprese contro l’agenzia, un giudice federale ha respinto sonoramente l’assurda richiesta e ha ordinato alla FDA di produrre tutti i dati in lotti di 55.000 pagine al mese.

Il primo lotto di documenti prodotti nel novembre 2021, che ammontava a sole 500 pagine, ha rivelato che ci sono stati più di 1.200 decessi correlati al vaccino nei primi 90 giorni successivi al rilascio del vaccino COVID Pfizer-BioNTech.

Il 1° marzo l’FDA ha rilasciato la prima tranche di  10.000 pagine di documentazione Pfizer.

La successiva tranche di quei documenti Pfizer è stata rilasciata il 1 ° aprile. Ci sono altre 11.043pagine che erano state citate in giudizio dalla FDA degli Stati Uniti. Il nuovo lotto di documenti include anche una versione non redatta di un rapporto post-commercializzazione.

Pfizer aveva bisogno di più personale

Come per la prima, ancora più ampia pila di documenti, le valutazioni dei nuovi documenti costeranno molto tempo e fatica. Ma ci sono già i primi approfondimenti.

Ad esempio, l’azienda ha dovuto assumere personale aggiuntivo perché apparentemente non era preparata per il gran numero di eventi spontanei e avversi segnalati.

Questo può essere trovato nel rapporto non redatto dopo il lancio sul mercato. Il documento ha 38 pagine, è sicuramente altamente esplosivo e mostra inoltre quante lacune avesse la terapia con mRNA dopo che la campagna di vaccinazione era già iniziata. C’è una mancanza di informazioni non solo nel caso di “efficacia della vaccinazione“, ma anche in “uso in gravidanza e allattamento“. L’anafilassi, una reazione allergica, è almeno già identificata come un “rischio importante“.

QUESTO IL RAPPORTO DI 38 PAGINE ⤵️

https://phmpt.org/wp-content/uploads/2022/04/reissue_5.3.6-postmarketing-experience.pdf

Sono state quindi sollevate preoccupazioni per la sicurezza per “malattie potenziate associate al vaccino, comprese le malattie respiratorie associate al vaccino“. Ciò potrebbe indicare una maggiore suscettibilità ad altri agenti patogeni. Un indebolimento del sistema immunitario a causa della vaccinazione, cosa di cui stiamo discutendo moltissimo. Il danno a lungo termine nel sistema immunitario delle persone vaccinate infatti sta diventando sempre più evidente. Parti importanti dei meccanismi di difesa falliscono, la protezione contro le nuove infezioni e il cancro cala considerevolmente. Tassi più elevati di malattie infettive e cancro tra le persone vaccinate indicano già i problemi che dovremo affrontare in futuro.

Rispetto ai non vaccinati, c’è una maggiore probabilità di infezione nei vaccinati con 1, 2 o 3 dosi, con 2 dosi una maggiore probabilità di finire in ospedale e morire. Il sistema immunitario innato del doppiamente vaccinato ad esempio, è stato ridotto nella sua efficacia alla metà. Un risultato devastante. Un effetto da cui i veri scienziati hanno messo in guardia da molto tempo.

I vaccini geneticamente modificati perdono il loro effetto molto rapidamente e una volta che l’efficacia cala, vediamo che anche il sistema immunitario innato è danneggiato. Protegge meno i vaccinati dall’infezione, dal ricovero in ospedale e dalla morte rispetto ai non vaccinati.

Si tratta di V-AIDS, una sindrome da immunodeficienza acquisita da vaccino.

Seguiranno aggiornamenti.

I DOCUMENTI PUBBLICATI SONO QUI ⤵️
https://phmpt.org/pfizers-documents/


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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

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https://cataniacreattiva.it/11-000-pagine-pubblicati-nuovi-documenti-segreti-pfizer/

04 Febbraio 2022 – Redazione

Continua a tenere banco nella comunità scientifica il tema “vaccini”. Sono ancora molti i team di ricercatori che si stanno adoperando nell’analisi dei sieri prodotti dalle maggiori case farmaceutiche. Ecco quindi che arrivano altri dati a supporto della comunità, dati destinati a far discutere.

La nuova ricerca pubblicata sul NEJM

Nella giornata di ieri è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine un nuovo studio scientifico sull’efficacia dei vaccini. I sieri presi in analisi sono stati Pfizer, Moderna e AstraZeneca. «Un rapido aumento dei casi di malattia da coronavirus 2019 (Covid-19) dovuto alla variante omicron (B.1.1.529) della sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 in popolazioni altamente vaccinate ha suscitato preoccupazioni sull’efficacia degli attuali vaccini.» recita in apertura lo studio. I ricercatori spiegano poi il metodo usato: «Abbiamo utilizzato un disegno caso-controllo negativo al test per stimare l’efficacia del vaccino contro la malattia sintomatica causata dalle varianti “omicron” e “delta” in Inghilterra. L’efficacia del vaccino è stata calcolata dopo l’immunizzazione primaria con due dosi di vaccino BNT162b2 (Pfizer–BioNTech), ChAdOx1 nCoV-19 (AstraZeneca) o mRNA-1273 (Moderna).

La “omicron” buca i sieri

Tra il 27 novembre 2021 e il 12 gennaio 2022, sono state identificate un totale di 886.774 persone idonee infettate dalla variante omicron, 204.154 persone idonee infette dalla variante delta e 1.572.621 controlli negativi al test idonei. In tutti i momenti studiati e per tutte le combinazioni di vaccini primari e di richiamo, l’efficacia del vaccino contro la malattia sintomatica è stata maggiore per la variante delta rispetto alla variante omicron. L’efficacia del vaccino è stata inferiore per la variante omicron rispetto alla variante delta a tutti gli intervalli dopo la vaccinazione e per tutte le combinazioni di cicli primari e dosi di richiamo studiate. Tra coloro che avevano ricevuto due dosi di ChAdOx1 nCoV-19 (AstraZeneca), quasi nessun effetto protettivo della vaccinazione contro la malattia sintomatica causata dalla variante omicron è stato notato da 20 a 24 settimane dopo la seconda dose. Tra coloro che avevano ricevuto due dosi di BNT162b2 (Pfizer), l’efficacia del vaccino è stata del 65,5% da 2 a 4 settimane dopo la seconda dose, scendendo al 15,4% dopo 15-19 settimane e scendendo ulteriormente all’8,8% dopo 25 o più settimane. L’efficacia del vaccino di due dosi di vaccino mRNA-1273 (Moderna) ha avuto una riduzione simile nel tempo dal 75,1% dopo 2-4 settimane, al 14,9%.

Il Governo prenda atto dei dati scientifici

L’articolata ricerca scientifica, appena pubblicata, pone l’accento sulla scarsissima durata dell’efficacia dei vaccini prodotti dalle tre famose case farmaceutiche in merito alla prevenzione della malattia sintomatica della variante “omicron”. Assunto come sia impensabile sottoporre a molteplici “booster” ravvicinati l’intera popolazione mondiale, considerato il rapporto rischi/benefici ed essendo consapevoli che più richiami ravvicinati possono provocare addirittura una paralisi immunitaria, ecco che forse il Governo – e tutti coloro che “si fidano della scienza – cit.” dovrebbero prendere atto dei reali dati che arrivano, appunto, dalla comunità scientifica, togliendosi i paraocchi sulle strategie vaccinali obsolete e potenzialmente dannose, annullando le ormai desuete restrizioni anti-covid e procedendo, di conseguenza, al ripristino del Stato di Diritto ordinario. 

12 Febbraio 2022 – Redazione

La Pfizer teme la diffusione dei dati sull’efficacia e sugli effetti collaterali relativi al vaccino anti-Covid da lei prodotto nonché le conseguenze sugli affari della fine della pandemia. È tutto scritto nero su bianco nell’ultimo rapporto rilasciato dallo stesso colosso farmaceutico, relativo agli utili nel quarto trimestre 2021. Nel capitolo intitolato “Rischi relativi al nostro Business, al settore e alle operazioni e allo sviluppo dell’attività” si leggono parole gravi, che lasciano tanto più colpiti in quanto scritte pubblicamente senza, evidentemente, che vi sia alcun timore che queste generino legittime rimostranze da parte dei Governi, come sarebbe lecito aspettarsi. “Vi è il rischio che un maggiore utilizzo del vaccino o di Paxlovid porti ad ulteriori informazioni sull’efficacia, la sicurezza o altri sviluppi, incluso il pericolo di ulteriori reazioni avverse, alcune delle quali possono essere gravi” si legge a pagina 39 del rapporto. Mentre a poche righe di distanza si accenna ai rischi economici derivanti dalla “possibilità che il Covid19 diminuisca in severità o diffusione o che scompaia interamente”.

Fin dalla prima pagina del documento sono presentati i dati attinenti ai ricavi dell’azienda rapportati a quelli conseguiti nel 2020: la Pfizer ha registrato un fatturato complessivo di 81,3 miliardi di dollari, con una crescita del 92% rispetto all’anno precedente e ciò, quasi esclusivamente, grazie alla vendita dei vaccini anti-Covid. Ad offuscare questo eccezionale scenario economico, vi sono appunto le preoccupazioni relative ai dati clinici e preclinici, all’efficacia e agli effetti avversi dei sieri anti-Covid19, analizzate meticolosamente nel report in questione. Questi rischi riguardano innanzitutto la diffusione di ulteriori dati clinici e preclinici, soprattutto dopo che un giudice federale del Texas ha imposto alla FDA di pubblicare 55000 pagine al mese della documentazione dei test clinici del vaccino Pfizer-BionTech. Si legge, dunque, che i problemi per l’attività della multinazionale potrebbero derivare, tra gli altri, dal “rischio associato ai dati preclinici e clinici (compresi i dati della fase 1/2/3 o della fase 4 per Comirnaty), inclusa la possibilità di ulteriori informazioni riguardanti la qualità dei dati preclinici, clinici e di sicurezza che possono emergere in seguito a audit e ispezioni”.

Nonostante questi timori riguardanti i dati della sperimentazione e l’evoluzione della situazione pandemica, il presidente e amministratore delegato, Albert Bourla, ha messo in luce gli enormi successi della compagnia conseguiti negli ultimi due anni i quali, a suo dire, «hanno fondamentalmente cambiato la Pfizer e la sua cultura per sempre». Lo stesso Bourla, guardando al futuro prossimo, ha dichiarato: «Ovunque nella compagnia vedo colleghi ispirati da ciò che abbiamo raggiunto e determinati a fare parte della prossima svolta che può cambiare il mondo per i pazienti in difficoltà. Siccome entriamo nel nuovo anno, non vedo l’ora di vedere tutto quello che realizzeremo insieme». Infine, Bourla ha recentemente asserito che non esclude la necessità di una quarta dose e l’ipotesi di richiami per diversi anni, in quanto «il virus non andrà via e presumiamo che resti per un decennio. […] Per questo si è fatta strada l’ipotesi di una quarta dose almeno prima di procedere con la regolare vaccinazione annuale».

Le case produttrici di farmaci sono, prima di ogni altra cosa, aziende che in quanto tali puntano a generare profitto. Non deve quindi sorprendere né scandalizzare che il documento Pfizer parli della pandemia come di un affare, né che speri nella quarta dose o nei richiami annuali. Quello che però colpisce, è l’assenza di reazioni pubbliche da parte degli enti europei e internazionali deputati alla salute pubblica (innanzitutto Ema e Oms) all’evidente timore rispetto a quanto si potrebbe scoprire nel prossimo futuro sulla qualità dei dati preclinici e clinici prodotti, sull’efficacia stessa del vaccino e sulle reazioni avverse. Siamo di fronte a una azienda che, in buona sostanza, palesa la possibilità che venga fuori che il farmaco da lei prodotto, e che già è stato somministrato a centinaia di milioni di persone, sia stato testato con procedure imperfette, sia meno efficacie di quanto comunicato e sia al tempo stesso più pericoloso. Non a caso poche settimane fa il British Medical Journal, una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, ha evidenziato in un editoriale dai toni molto duri la necessità che i ricercatori abbiano immediatamente l’accesso ai dati grezzi raccolti nelle sperimentazioni dei vaccini anti-Covid. Per ora nessuno li ha ascoltati.

Fonte: L’Indipendente-di Giorgia Audiello]

12 Febbraio 2022 – Redazione

da LaPressa – Buonasera, sono una mamma avvilita. Ho letto i vostri articoli di testimonianze di persone con reazioni avverse da vaccino Covid. Vi racconto la mia. Mio figlio ha 13 anni. Ha fatto la seconda dose Pfizer verso fine agosto, nelle 12 ore successive ha sviluppato linfonodi reattivi del collo, irrigiditi e gonfi, afte nel cavo orale e diarrea. A settembre ho contattato la pediatra che mi ha prescritto esami del sangue e delle feci: mio figlio perde improvvisamente 7 chili.Naturalmente la pediatra subito smentisce correlazione con la seconda dose

Ritiro gli esami dopo una settimana e riportano Sideremia molto bassa, a 16, Pcr alterato e sangue occulto nelle feci. Segue ricovero in ospedale, endoscopia e gastroscopia: a mio figlio viene diagnosticato il morbo di Crohn. Vengono prescritti due mesi di sola nutrizione biologica, senza l’aiuto iniziale della dispensa Asl. Ormai avviliti emotivamente ed economicamente, fortunatamente, riesce a rimettere peso, 900 grammi a settimana. Intanto arriviamo a gennaio: integriamo gli alimenti gradualmente, senza mai staccare l’apporto del biologico, mesalazina, punture di reumaflex, vitamine, probiotici, ma il Crohn si riacutizza. Eseguiamo un’eco addominale: le aftosi intestinali e le lesioni sono ancora lì. 

Ci viene chiesto di fare una risonanza che abbiamo prenotato ma purtroppo il ragazzo da lunedì ha il Covid.Conclusione il vaccino è servito a renderlo un invalido. Non abbiamo nessuna familiarità alla malattia: il vaccino lo ha ‘slatentizzato’, questo quello che qualche medico ha avuto il coraggio di dirmi, ma non di dichiararlo. Ho fatto segnalazione alla farmacovigilanza, ma per ora tutto tace. Potevamo tenere fuori da questa sperimentazione bambini e ragazzi? Ho tre dosi per poter lavorare, ma scusatemi ora non ci credo più. Ho paura per mio figlio, chissà se ritornerà mai a fare una vita normale.

10 Febbraio 2022 – Redazione

Da un lato l’Italia, un Paese dove governato da politici che continuano ad attribuirsi il soprannome “i migliori” e dove è proibito parlare degli effetti avversi dei vaccini, pena il vedersi appicicata l’etichetta di pericolosi “no vax”. Dall’altro l’Europa, formata da tanti Stati che invece certe domande se le fanno eccome, circa la sicurezza dei farmaci anti-Covid. Con dati che confluiscono in un particolare database, suddivisi per tipologia di vaccino e tipo di patologia provocata dopo l’inoculazione. A guardare bene i numeri forniti da EudraVigilance, qualche preoccupazione sorge spontanea.

Il database è operativo da dicembre 2001 e raccoglie segnalazioni di sospette reazioni indesiderate ai farmaci fornite direttamente dai singoli cittadini. Numeri che quindi vanno sì presi con le molle, ma contribuiscono a fornire un quadro non proprio rassicurante. All’interno del portale, le reazioni avverse vengono classificate come “gravi” se corrispondono “a un evento medico che provoca la morte, è pericoloso per la vita, richiede il ricovero ospedaliero, provoca un’altra condizione importante dal punto di vista medico o il prolungamento del ricovero esistente, provoca disabilità o incapacità persistenti o significative o è un’anomalia congenita / difetto alla nascita”.

Stando ai dati riepilogativi aggioranti al 29 gennaio 2022, EudraVigilance riporta 38.983 segnalazioni di decessi e 3.530.362 di effetti collaterali a seguito di somministrazioni dei quattro vaccini COVID-19 (Moderna, Pfizer-BionTech, AstraZeneca e Janssen). La metà delle reazioni avverse segnalate ((1.672.872) sarebbe “grave”. Scorrendo i dati, spiccano per esempio 48.240 casi denunciati dai pazienti di disturbi del sangue e del sistema linfatico a seguito dell’inoculazione di Pfizer, farmaco indicato come probabile responsabile anche di 57.541 disturbi cardiaci e 133.365 problemi gastrointestinali.

Il vaccino Moderna è stato invece associato a 18.287 casi di disturbi cardiaci, 6.310 episodi di danni all’orecchio e al labirinto, 12.365 problemi del sangue e del sistema linfatico, 66.358 disturbi muscoloscheletrici e del tessuto connettivo. Segnalazioni che spaventano (le complicazioni cardiache associate dai pazienti ad AstraZeneca sono per esempio oltre 20 mila) e che contribuiscono ad accendere il dibattito sull’opportunitò della somministrazione dei farmaci anti-Covid soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione. Un dibattito che, in Italia, è stato invece stroncato sul nascere.

FONTE: ⤵️ http://eudragmdp.ema.europa.eu/inspections/displayWelcome.do;jsessionid=8KnbP_cgueBexOFO306ZRAPU8xmLKu67qE6q2m0R1qxOdooGxKbU!364027966