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13 Marzo 2022 – Redazione – Fonte: TGCOM24

La crisi dei rifugiati, che riguarda oltre 2,5 milioni di persone, genera il caos: “Ad alcune donne viene offerto un lavoro che non c’è o è illegale”, racconta una volontaria al Guardian.

Prima c’erano stati i casi dei respingimenti delle persone nere, bloccate ai confini per il colore della pelle. L’incubo della guerra genera disperazione e ora la crisi dei profughi (oltre 2,5 milioni di persone che cercano di lasciare l’Ucraina in guerra) svela altri orrori. Bambini scomparsi e casi di traffico di esseri umani, secondo quanto denunciano, al quotidiano britannico Guardian, le associazioni umanitarie presenti sul posto. I volontari raccontano anche casi di sfruttamento ed estorsioni.  

BAMBINI SCOMPARSI  Nella situazione di caos che sta caratterizzando la crisi dei rifugiati lungo i confini dell’Ucraina, succede di tutto. Non ci sono solo casi di razzismo ma anche violazioni dei più basilari diritti umani. Karolina Wierzbińska, coordinatrice di Homo Faber, un’organizzazione per i diritti umani con sede a Lublino, in Polonia racconta di aver visto casi di bambini mandati da soli da genitori disperati per incontrare parenti o amici oltre il confine ucraino ma arrivati senza nessuno ad aspettarli. “Questo è ovviamente estremamente angosciante, trovi bambini che vagano da soli nelle stazioni, disorientati e, nei casi peggiori, scompaiono. Questo sfortunatamente non è un caso ipotetico, è già successo”, racconta la Wierzbińska. 

DONNE MALTRATTATE E I LAVORI INESISTENTI“Stiamo anche già ricevendo racconti di casi di traffico di esseri umani. Poi ci sono donne a cui viene offerto lavoro in Polonia, salvo poi scoprire che il posto di lavoro è illegale, il datore di lavoro le maltratta o rifiuta di pagare il salario. Ci sono casi di estorsione di documenti personali o denaro”, aggiunge Karolina Wierzbińska.

L’OFFERTA DI UN PASSAGGIO
Praticamente in tutte le stazioni ferroviarie nei pressi dei valichi di frontiera poi, ci sono folle di persone, soprattutto uomini, che offrono passaggi ai rifugiati verso diverse destinazioni europee. Secondo Wierzbińska è impossibile controllare queste persone: “Direi che il 90% di questi uomini vuole davvero offrire un aiuto genuino ma nel caos totale di questi giorni non possiamo escludere che vi siano criminali in attesa di approfittare di dinne sole e vulnerabili”, ha detto. 

TRATTA DI ESSERI UMANI “Il rischio della tratta di esseri umani è notevole, poiché i profughi, stremati e privati ​​di ogni comodità di base, sono, ogni giorno in viaggio e sempre più vulnerabili”, denuncia Monika Molnárová della Caritas slovacca. “Riteniamo che i trafficanti e i reclutatori stiano probabilmente prendendo di mira sia le donne che viaggiano da sole sia quelle che viaggiano con bambini”, ha aggiunto.

DIFFICOLTA’ AD IDENTIFICARE I BAMBINI NON ACCOMPAGNATI Un portavoce delle Nazioni Unite poi, ha spiegato che l’apertura totale dei confini, da applaudire vista la situazione di estrema emergenza, “rende incredibilmente difficile identificare i bambini non accompagnati e separati” a causa della “vastità del numero di persone che stanno arrivando” e della difficoltà, appunto, di controllare e identificare le persone. 

LA LOTTA SI STA FACENDO SEMPRE PIÙ SERRATA SU VARI FRONTI. Era ora, diciamo noi! E’ bastato che qualcuno si svegliasse per dar vita ad un’alzata sociale di scudi EFFETTO DOMINO. L’ho sempre detto e ripetuto…basta che una sola persona o realtà prenda forza e coraggio, per far sì che tutto si muova e cambi. E dal 22 settembre tutto ciò sta accadendo. Ripercorrete gli eventi e vedete…

Ieri a Roma due Tavoli di vertenze molto calde ed emblematiche di quello che sta accadendo in Italia. NAPOLI E ANCONA UNITE NELLA LOTTA. Vivono un comune destino, le multinazionali ormai spadroneggiano in Italia a causa di un potere politico non solo pavido ma anche complice di chi usa, spreme fino all’osso i lavoratori e poi se ne sbarazza delocalizzando o chiudendo le aziende da un giorno all’altro.

Non è un problema di aziende in crisi, sono piattaforme industriali sane ma che una gestione finanziaria e speculativa porta ad una chiusura per aumentare ulteriormente i profitti.

A Roma, davanti al Mise, sono andati 150 lavoratori dell’Elica di Ancora, che rischiano di perdere il lavoro perché la direzione aziendale ha deciso la delocalizzazione in Polonia. Da 7 mesi organizzano scioperi e proteste, ma hanno avvertito che se oggi non ci saranno novità decisive per il loro futuro occupazionale “il livello di scontro si alzerà tantissimo. Non accettiamo che il lavoro vada in Polonia.”

Da Napoli sono arrivati in presidio al Mise anche 300 lavoratori della Whirlpool di Napoli da anni ormai in lotta contro la chiusura decisa dai vertici aziendali, nonostante quella partenopea fosse un’azienda in attivo.

Il futuro degli operai napoletani, purtroppo, dipendono dalle decisioni del Consiglio dei Ministri e dalla sentenza sui loro licenziamenti. Una cosa è certa, anche a Napoli non molleranno.

Lunedì 25 ottobre ci sarà un nuovo round, e i sindacati vogliono sapere per quella data “tempi e modi” con cui agirà il governo per il rilancio del sito, illustrazione del piano industriale compresa. “Abbiamo lavorato con il Mise” per trovare una soluzione, ha detto Orlando al tavolo con i sindacati, e come prima cosa per “capire le disponibilità di Whirlpool di accompagnare questo percorso”. 
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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

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