9 novembre 2021,  di Monica Tomasello

In Italia giornali e giornalisti schieraticon un partito o con un gruppo di politici rappresentano un fenomeno pressoché normale da sempre, e la propaganda fascista fu soltanto l’esempio più eclatante di informazione a servizio del potere.

Il servilismo della stampa, e più in generale dei media, ha però oggi oltrepassato ogni limite di decenza. E non ci sono nemmeno più “ideali”, per quanto discutibili, a giustificare un tale scempio! Non ci si preoccupa di salvare più nemmeno le apparenze… Non ci si prende nemmeno più la briga di provare a “confezionare” bene una palese menzogna o manipolazione della notizia. Il giornalismo, se così ancora lo si può chiamare…, si è fatto sfacciatamente di parte. Si nega l’evidenza, si censura, si tappano le bocche di quanti gridano “verità”.

Di questo “caso” se ne è occupata anche ByoBlu; Qui il video dell’intervista👇👇👇

https://youtu.be/_a4KbfUlhdE

Che fine ha fatto il giornalismo d’inchiesta? Quasi del tutto scomparso, tranne, come evidenziato sopra, qualche rara eccezione… Purtroppo, nella maggior parte dei casi, non possiamo più parlare di vero giornalismo, nel suo significato più intrinseco, ovvero di attività volta ad una quanto più corretta e “libera” informazione, ma di becera propaganda di regime!

I FONDAMENTI DEL GIORNALISMO

Qualche anno fa lessi un libro estremamente interessante, che ogni tanto riapro… Si intitola “I fondamenti del giornalismo”, Ed. 2007. È stato scritto da due giornalisti, Bill Kovach (New York Times) e Tom Rosenstiel (già Los Angeles Times e poi direttore del Project for Excellence in Journalism). È il risultato di un lavoro di indagine che ha coinvolto 300 giornalisti e 3000 cittadini, con 21 assemblee pubbliche. L’idea è nata da un incontro tra 25 dei più noti giornalisti e direttori americani riunitisi nel 1997 all’Harvard Faculty Club.
In questo libro, alla domanda “A cosa serve il giornalismo?” così troviamo scritto:Lo scopo primario del giornalismo è fornire ai cittadini le informazioni di cui necessitano per essere liberi e autogovernarsi.” E già, a questa definizione, se pensiamo al giornalismo  che siamo costretti tutti i giorni a subire, o ci scappa da ridere o ci viene da piangere… Senza mezze misure. Ma andiamo avanti. – Il libro così continua: “Per adempiere a questo compito:

  1. Il primo obbligo del giornalista è nei confronti della verità.
  2. La sua prima lealtà è verso i cittadini.
  3. La sua essenza è la regola della verifica.
  4. Chi lo pratica deve mantenere l’indipendenza dai soggetti trattati.
  5. Deve fungere da osservatore indipendente del potere.
  6. Deve fornire un forum per le critiche del pubblico e l’intermediazione.
  7. Deve aspirare a rendere interessante e rilevante ciò che è significativo.
  8. Deve fornire informazioni complete e proporzionate.
  9. Chi lo pratica deve poterlo fare secondo la propria coscienza.

Scommetto che vi è bastato leggere queste poche righe per comprendere come in Italia, soprattutto in questo particolare momento storico, di tutto si possa parlare fuorché di giornalismo.

Basta sfogliare un qualsiasi giornale, o, ancora meglio (si fa per dire…) guardare in tv un qual si voglia TG o programma di informazione (a parte Report, che infatti vorrebbero censurare… vedi: censurare-report-lo-chiede-il-pd-dopo-la-messa-in-onda-dei-servizi-che-smascherano-gli-affari-dietro-il-vaccino ) per rendersi conto di come nessuno dei suddetti principi venga osservato.

Dov’è la ricerca della VERITÀ?
Dove la LEALTÀ verso i cittadini?
Che fine ha fatto la regola della VERIFICA?
Dov’è l’INDIPENDENZA dai soggetti trattati e, soprattutto, dal potere?
Dov’è l’INTERMEDIAZIONE tra gli opposti?
Dove il SIGNIFICATIVO?
Dove la COMPLETEZZA DELLE INFORMAZIONI? Ma soprattutto…
che fine ha fatto la COSCIENZA?

MANCA QUALSIASI CONTRADDITTORIO

Manca ogni tipo di confronto o contraddittorio! E quando lo si permette è soltanto uno “specchietto per le allodole”…, spesso una vera e propria “trappola” organizzata ad arte per far passare da imbecille chiunque, anche fosse un premio Nobel, osi sostenere idee diverse da quelle del  main stream, che, guarda caso, combaciano sempre con quelle dei poteri forti…

(Vedi: Lo-spettacolo-indegno-del-giornalismo-al-tempo-del-virus )

CONCLUDENDO

Ci sarebbe ancora molto da dire riguardo a quest’argomento…, ma, proprio per la sua vastità, preferisco trattarlo in “pillole”.
Ripromettendomi dunque di tornarci su, per il momento concludo, e voglio farlo con una citazione dell’amico nonché vecchio collega d’università a Scienze Politiche, dott. Andrea Giuffrida:

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

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