23 Novembre 2021 – Redazione Co.Te.Li
Un dossier esplosivo, 60 pagine (con tanto di nomi) firmate da Livia Codarin, Laura Harth e Jichang Lulu, ricercatori per il Comitato globale per lo Stato di diritto «Marco Pannella» e Sinopsis, un progetto della Ong ceca AcaMedia e della facoltà di Sinologia dell’Università Carolina di Praga, mette in evidenza il fatto che l’Italia è facile terra di conquista per la Cina, con un vasto sistema di agenzie di influenza organizzato dal PCC (dai media agli istituti di cultura) che arriva fin dentro il nostro Parlamento italiano. Occorre infatti, si afferma nel dossier ripreso da Libero,
“coltivare relazioni con un nucleo pienamente allineato al PCC e circondare questo nocciolo duro di sostenitori con ulteriori ‘strati’ di individui altrettanto efficaci nel legittimare il PCC, sia per la loro maggiore popolarità sia per le loro critiche costruttive”.
La diplomazia alternativa la fanno realtà come l’Associazione di Amicizia del Popolo Cinese con l’Estero (CPAFFC), di cui partner chiave in Italia è l’Italy China Friendship Association, nata nel 2012 e guidata dall’ex presidente della Camera, e conduttrice televisiva, Irene Pivetti. Ma uno dei perni maggiori di questa ‘Spectre neo-post-nazional-comunista’ per nulla di fantasia è il Dipartimento per i contatti internazionali (ILD). Il suo referente italiano è l’Associazione parlamentare Italia-Cina, o Associazione Amici della Cina. Vinicio Peluffo, già deputato del Partito Democratico (PD) e oggi suo segretario regionale in Lombardia, l’ha presieduta dal 2013 al 2019. Poi è subentrata Maria Rizzotti, senatrice di Forza Italia, che nel marzo 2020 bucò i media di Pechino per le lodi rivolte alla gestione cinese del CoViD-19, altra lancia della più recente propaganda cinese verso lo Stivale”.
Nel 2019 delegazioni degli “Amici” sono state a Pechino e in Tibet, ripetendo sul secondo le fake news della prima. “A guidarle era Mauro Maria Marino, deputato di Italia Viva, all’epoca presidente della Commissione Bilancio del Senato. Altro membro notevole dell’Associazione è Marina Berlinghieri, deputata del PD, che nel 2016 era nello Yunnan e che nel 2019 ha incontrato l’ILD. Oggi però più degli “Amici” conta l’Istituto per la Cultura Cinese. Fondato nel 2016 dall’allora senatore PD Alessandro Maran e dell’ambasciata cinese in Italia quando Matteo Renzi era premier, prevede per statuto la partecipazione di rappresentanti sia del ministero italiano degli Esteri sia dell’ambasciata cinese nelle riunioni dirigenziali”.
Alla presidenza Maran è poi seguita quella di Vito Petrocelli (M5S), presidente della Commissione Esteri del Senato. “Oggi presiede invece Ettore Rosato, vicepresidente della Camera e coordinatore nazionale di Italia Viva. L’ambasciata cinese si congratulò per la sua nomina due settimane dopo avere tuonato contro i parlamentari italiani che avevano osato videocollegarsi con l’attivista democratico di Hong Kong, Joshua Wong, come pure aveva espresso “disappunto” la Farnesina. Davide Antonio Ambroselli, impiegato nell’ufficio legislativo del Senato per Italia Viva, è l’attuale vicepresidente e direttore dell’ICC. Il comitato scientifico lo guida Stefania Giannini, già ministro dell’Istruzione del governo Renzi, poi al vertice del Dipartimento Istruzione dell’UNESCO”.
Nel 2017, all’assemblea pubblica dell’ICC in Senato, c’erano Pier Ferdinando Casini (Centristi per l’Europa), già presidente della Camera, e soprattutto l’allora presidente del Senato Pietro Grasso (Partito Democratico e ora Liberi e Uguali), che due anni prima incontrò il premier Li Keqiang in Cina e svolse una lezione di “etica politica” alla Scuola centrale del PCC. Quando lo stesso anno l’ICC organizzò la presentazione della traduzione del libro di Xi Jinping, Governare la Cina (Giunti), Grasso tenne l’orazione inaugurale. Oltre all’allora vicepresidente della Camera e attuale viceministro degli Esteri, Marina Sereni (PD) e all’ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli, vi era anche l’allora ambasciatore d’Italia in Cina Ettore Sequi”.
Sequi è poi diventato prima Capo di gabinetto poi Segretario generale del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Lo stesso Di Maio che nel marzo 2019 firmò da vicepremier e da ministro per lo Sviluppo economico il ‘Memorandum d’intesa’ con Pechino, ispirato dal suo Sottosegretario, Michele Geraci, che è un mero inginocchiamento politico del nostro Paese alla strategia tentacolare della cosiddetta «Nuova via della seta» con cui la Cina vuole sinizzare la globalizzazione. E Sequi ha gestito il Piano d’azione triennale per il rafforzamento della collaborazione, 2021-2023 fra Italia e Cina, denunciato in giugno su Formiche.net da Laura Harth, una delle autrici del dossier Sinopsis. Il linguaggio del “Piano” è infatti l’opposto di quello usato da Mario Draghi quando, al G7 di Carbis Bay, manifestò l’intenzione di rivedere il ‘Memorandum Geraci/Di Maio’. Che infatti non è ancora stato riveduto”.
Fonte: Il Paragone
LA VIA DELLA SETA ⤵️
https://www.agi.it/economia/belt_and_road_via_della_seta_italia_cina-5114937/news/2019-03-08/amp/
L’ombra di Pechino si sta allungando su tutto il nostro Paese. Accade giorno dopo giorno, mattone dopo mattone, quartiere dopo quartiere, fabbrica dopo fabbrica: ⤵️
https://www.panorama.it/amp/cina-conquista-italia-mario-giordano-libro-2644803155
I 29 ACCORDI ITALIA/CINA (Affari Italiani: 29 accordi tra Italia e Cina punto per punto.
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ACCORDO CINA/VATICANO ⤵️
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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]
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