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26 Febbraio 2022 – di Lorenzo Bertolazzi (Atlantico Quotidiano)

Bisognerebbe avere grande onestà intellettuale quando si commenta una vicenda politica per non correre il rischio di parlare o scrivere visibilmente influenzati dalle proprie convinzioni o posizioni ideologiche. Con questa stessa onestà intellettuale, quindi, bisogna dare atto al ministro Speranza di avere un grande coraggio. Sì, perché con la sua gestione della emergenza sanitaria, ci vuole veramente un grande coraggio per occupare ancora la poltrona di ministro della salute, come se gli ultimi due anni fossero trascorsi tutto sommato serenamente. Lo stesso coraggio che Speranza dimostra ogni volta che si presenta in conferenza stampa con la stessa faccia (per decenza, parzialmente nascosta da una mascherina) ad illustrare i suoi provvedimenti, oppure ogni volta che rilascia un’intervista ai giornali dove non vi è mai neanche l’ombra di scuse per i disastri combinati.

Di motivi che rendono inopportuna e, come anticipato, allo stesso tempo coraggiosa la permanenza di Speranza al governo se ne potrebbero trovare a centinaia ma in almeno cinque occasioni le dimissioni sarebbero state una scelta dignitosa oltre che una forma di rispetto nei confronti dei cittadini italiani, troppo a lungo presi in giro. 

1. La prima circostanza che certificò anzitempo la miopia di chi avrebbe dovuto governare l’epidemia si è verificata nelle prime fasi dell’emergenza, quando si è tentato di negarla a tutti i costi. Nel febbraio 2020 la parola d’ordine era “sdrammatizzare”, la maggioranza del governo Conte parlava di emergenza razzista anti-cinese, il presidente della Repubblica organizzò un concerto di scuse al Quirinale con l’ambasciatore di Pechino e nell’opinione pubblica di diffuse il concetto di un’emergenza sanitaria che non corrispondeva al vero, di un allarme ingiustificato. D’altra parte, a rafforzare queste convinzioni, intervenne a gamba tesa il Ministero guidato da Speranza, che finanziò uno spot televisivo girato in un ristorante cinese in cui il testimonial, con tanto di bacchette in mano, pronunciava l’agghiacciante frase “non è affatto facile il contagio”. Non credo servano altre parole. Di lì a pochi giorni, all’evidenza del disastro, dal ministero non arrivò ovviamente alcuna scusa.

2. Il secondo motivo che avrebbe dovuto spingere Speranza a dimettersi o almeno a fare autocritica è l’annuncio dell’acquisto di 400 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca a giugno 2020, durante gli Stati generali organizzati dal governo Conte (un’iniziativa che non ha portato assolutamente a nulla ed è stata ricordata solo per il catering). Sulla sua pagina Facebook, il ministro annuncia trionfante un accordo per 400 milioni di dosi, prevedendone la distribuzione entro la fine dell’anno e aggiungendo che “con la firma di oggi arriva un primo passo avanti per l’Italia e l’Europa”. Di quei vaccini nemmeno l’ombra, l’Italia partirà in ritardo (come tutta l’Ue) nella campagna vaccinale e le prime dosi verranno consegnate e inoculate solo negli ultimi giorni di dicembre 2020.

3. Il terzo motivo è forse quello che rende più incredibile l’attuale presenza di Speranza al governo ed è il caso del libro da lui scritto, pubblicato e poi frettolosamente ritirato dagli scaffali, per ovvi motivi. Fine estate 2020, nella sua opera Speranza usa parole veramente surreali. Nonostante l’Italia fosse il Paese con record negativo di morti e di crollo del Pil, il ministro si autoincensa per la sua gestione della pandemia, rassicura i lettori sul futuro e afferma sostanzialmente che ormai è tutto a posto, tutto finito. Non contento, rincara la dose: la pandemia è un’occasione per “una nuova egemonia culturale della sinistra”, “è il momento di un nuovo grande sforzo collettivo”. 

Il libro avrà fortuna sul mercato nero e nei siti di acquisti online, non certo nei negozi fisici dal momento che, allo scoppio della seconda ondati di contagi, fu fatto sparire d’urgenza e con molto imbarazzo dalle librerie. Con una tale vicenda, che dimostra la totale impreparazione della macchina governativa e di Speranza stesso che ha occupato l’estate a scrivere, chiunque avrebbe mollato il suo incarico per andarsi a nascondere. Invece, incredibilmente, le parole di Speranza furono profetiche, lui rimase al suo posto e la pandemia si rivelò davvero un’occasione per affermare una nuova egemonia culturale della sinistra: uno Stato onnipotente e onnipresente, un QR code al quale sono subordinati i diritti civili del cittadino, un perenne stato di allerta sanitaria per presunte nuove varianti in arrivo. Così si è affermato e consolidato il comunismo pandemico.

4. Nelle prime settimane dell’estate 2021, sopravvissuto al ricambio di tutta la vecchia gestione (Conte, Arcuri, Borrelli), Speranza stava per riuscire a combinarne un’altra, arrivando quasi a sabotare la campagna vaccinale che con l’arrivo del generale Figliuolo aveva preso un ottimo slancio. Dopo lo stop al vaccino AstraZeneca per gli under 60, il ministro decise unilateralmente e perentoriamente di procedere ad un mix: chi avesse fatto la prima dose con il vaccino anglo-svedese avrebbe ricevuto la seconda di una marca completamente diversa. Ai cittadini fu impedito di proseguire in modo omogeneo la propria terapia vaccinale e fu imposta loro un’altra strada testata su numeri molto piccoli. Dopo pochi giorni, in conferenza stampa, Draghi, con al suo fianco Speranza (o un suo cartonato), smentì tutta la linea di quest’ultimo, continuando ad offrire la possibilità di un richiamo AstraZeneca.

5. Ultimo motivo, ma solo in ordine cronologico, è il caos creato tra dicembre 2021 e gennaio 2022 sui tamponi e sulle quarantene. Con l’arrivo della variante Omicron, fortunatamente innocua, anche grazie alla vaccinazione, ma decisamente più contagiosa, le regole sulle quarantene paralizzarono di fatto il Paese. Un cittadino sano ma positivo ad un tampone poteva arrivare a rimanere chiuso in casa sino a 21 giorni! Il Ministero arrivò troppo tardi all’alleggerimento delle norme e ancora non ha previsto una fase nella quale il Covid-19non sia trattato come malattia speciale: chi sta bene e non ha alcun sintomo non venga inseguito con i tamponi e con i confinamenti forzati, sia lasciato libero di lavorare, di rispettare le scadenze e di svolgere le attività che preferisce. Capisco che sarebbe decisamente un passo troppo lungo per Speranza, un ritorno così accelerato alla normalità renderebbe incompatibile la sua presenza al Ministero.

È veramente incredibile che un rappresentante dei cittadini con queste enormi responsabilità politiche sia ancora indisturbato al suo posto di ministro della salute. Ma forse in questa folle Italia è ormai inutile stupirsi di simili contraddizioni.

14 Febbraio 2022 – Redazione Co.Te.Li

Sono parecchi i quattrini spesi dagli italiani per tamponi, test sierologico, trattamenti sanitari invasivi, oppure per accertamenti diagnostici preliminari alla vaccinazione anti Sars-Cov-2 obbligatoria o raccomandata.

Le prestazioni correlate con le vaccinazioni obbligatorie o consigliate sono esenti per tutti dalla compartecipazione alla spesa.

Il riferimento normativo utile per l’ottenimento del rimborso delle spese sostenute per gli accertamenti diagnostici preliminari alla vaccinazione lo troviamo al D.Lgs del 29 aprile 1998, n. 124 (art 1 comma 4 lettera b): il quale stabilisce che “sono escluse dal sistema di partecipazione al costo e, quindi, erogate senza oneri a carico dell’assistito al momento della fruizione”, ovvero sono esenti dal ticket, le prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio e le altre prestazioni di assistenza specialistica incluse in programmi organizzati di diagnosi precoce e prevenzione collettiva” (D. Lgs. 124/99, art. 1, comma 4, punto a), “nonché quelle finalizzate alla tutela della salute collettiva obbligatorie per legge o disposte a livello locale in caso di situazioni epidemiche, nonché quelle finalizzate all’avviamento al lavoro derivanti da obblighi di legge” (punto b). Notoriamente, il dpcm del 12/01/2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 65 del 18/03/2017, include nell’ambito della prevenzione collettiva e sanità pubblica la “sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive e parassitarie, inclusi i programmi vaccinali” (art. 2, comma 1, punto a).

In virtù degli accordi regionali (questo, ad esempio, quello tra la Regione Siciliana e Federfarma: https://crq.regione.sicilia.it/attachments/article/365/DA%200306%2015.04.2021%20accordo.pdf)che consentono l’esecuzione nelle farmacie o nei laboratori di analisi dei test per la rilevazione del virus SARS-Cov-2, è quindi evidente che la relativa spesa deve essere considerata a carico del Sistema Sanitario.

Ebbene, le esenzioni di pagamento sono rilasciate a dalla Azienda ASL di residenza. In ambito regionale, al fine di minimizzare i disagi per i cittadini occorre consentire il rilascio dell’attestato di esenzione anche da parte delle ASL.

Dal D.L. 44/2021 convertito in Legge 76/2021 fino al D.L. 1/2022 viene riportato quanto segue: “Solo in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale, nel rispetto delle circolari del Ministero della salute in materia di esenzione dalla vaccinazione anti SARS-CoV-2, non sussiste l’obbligo di cui al comma 1 e la vaccinazione può essere omessa o differita“,

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2021/11/26/21G00211/sg

Pertanto tutti coloro che si sono recati dal proprio medico e quest’ultimo, tenuto ad osservare il principio di precauzione e in ottemperanza all’art. 45 Accordo Collettivo Nazionale (ACN) compiti del medico, “appropriatezza delle scelte assistenziali e terapeutiche”, ha prescritto una serie di accertamenti diagnostici preliminari alla vaccinazione al fine di escludere un grave pericolo per la salute documentato o da documentare, con particolare riferimento alle controindicazioni al vaccino per condizioni pregresse, ovvero per escludere reazioni allergiche agli eccipienti del vaccino, hanno diritto ad un rimborso delle spese sostenute, indipendentemente dal fatto che a tale prescrizione sia corrisposto o meno un eventuale certificato di esonero o differimento della prestazione vaccinale.

D’altro canto, il medico di medicina generale (un tempo chiamato medico di base o di famiglia) esegue una prestazione che compete all’ASL garantire. Quindi la ASL risponde dell’errore, come stabilito, ad esempio, dalla Corte di Cassazione (Cass. Civ., sez. 3, sen. 6243 del 27.03.2015).

Si invita tutti a scaricare il modulo in allegato e richiedere il rimborso di quanto fino ad oggi pagato per le prestazioni sanitarie.

A questo punto è opportuno chiarire il concetto della appropriatezza prescrittiva:

In ambito farmacologico, l’appropriatezza prescrittiva dei farmaci si verifica quando essi sono prescritti per patologie per le quali esiste l’indicazione terapeutica all’interno della scheda tecnica.

Le valutazioni di appropriatezza prescrittiva sono effettuate sul quesito diagnostico dichiarato sulla richiesta dal medico prescrittore; sul testo del referto dell’esame redatto dal medico specialista che ha erogato la prestazione, si analizza invece l’esito.

Ne discende che l’appropriatezza clinica identifica di fatto il livello di efficacia di una prestazione o procedura per un particolare paziente ed è determinata sulla base sia delle informazioni cliniche relative alle manifestazioni patologiche del paziente sia delle conclusioni diagnostiche che orientano verso quel preciso intervento. Le «condizioni di erogabilità» sono le circostanze necessarie alla prescrivibilità della prestazione a carico del Sistema Sanitario Nazionale.

La Corte Cost. con Sentenza n. 169/17(1) ha stabilito in merito all’appropriatezza prescrittiva quanto segue: La previsione legislativa non può precludere al medico la possibilità di valutare, sulla base delle più aggiornate e accreditate conoscenze tecnico-scientifiche, il singolo caso sottoposto alle sue cure, individuando di volta in volta la terapia ritenuta più idonea ad assicurare la tutela della salute del paziente. Alla luce di tale indefettibile principio, l’“appropriatezza prescrittiva” prevista dall’art. 9-quater, comma 1, del D.L. n. 78 del 2015 ed i parametri contenuti nel decreto ministeriale devono essere dunque intesi come un invito al medico prescrittore di rendere trasparente, ragionevole ed informata la consentita facoltà di discostarsi dalle indicazioni del decreto ministeriale. In tale accezione ermeneutica devono essere intese anche le disposizioni in tema di controlli di conformità alle indicazioni del decreto ministeriale: esse non possono assolutamente conculcare il libero esercizio della professione medica, ma costituiscono un semplice invito a motivare scostamenti rilevanti dai protocolli. È costante orientamento di questa Corte che “scelte legislative dirette a limitare o vietare il ricorso a determinate terapie – la cui adozione ricade in linea di principio nell’ambito dell’autonomia e della responsabilità dei medici, tenuti ad operare col consenso informato del paziente e basandosi sullo stato delle conoscenze tecnico-scientifiche a disposizione – non sono ammissibili ove nascano da pure valutazioni di discrezionalità politica, e non prevedano “l’elaborazione di indirizzi fondati sulla verifica dello stato delle conoscenze scientifiche e delle evidenze sperimentali acquisite, tramite istituzioni e organismi – di norma nazionali o sovranazionali – a ciò deputati”, né costituiscano “il risultato di una siffatta verifica”.

https://portale.fnomceo.it/wp-content/uploads/import/201801/158030_cc-169.pdf

Scarica qui il modulo ⤵️

https://e1d4d540-2f7b-4e82-a757-e1780321f4c9.filesusr.com/ugd/b8020e_48bc1bd7187947929467e1e433257b1b.pdf

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

04 Dicembre 2022 – articolo di GospaNews

Il disgusto per la servile velineria filo-governativa di quotidiani ed agenzie di mainstream sta diventando davvero nauseante con l’allarme sulla diffusione della variante Omicron che da un mese a questa parte avrebbe causato in tutta Europa, Regno Unito compreso, alcune decine di presunti decessi.

IL TERRORISMO PANDEMISTA SUI NUMERI

«Numeri oltre ogni record di contagi Covid oggi (martedì 28 dicembre – ndr): 78.313 in Italia, con 202 morti. Polverizzato il già triste record di 54.762 positivi registrati il giorno di Natale. E con la Lombardia che da sola sfiora i 30mila contagi. Il dilagare della variante Omicron del Covid19 con il suo alto livello di contagiosità (ieri oltre 30mila contagi nonostante il minor numero di tamponi effettuato il 26 dicembre) che sta innalzando il numero dei nuovi positivi ha messo sul piatto il tema delle quarantene: troppi gli italiani in isolamento con il rischio di bloccare la febbre.

Questo è un paragrafo pescato a caso da un quotidiano del Nord Italia che sta spargendo terrorismo pandemista ancor peggiore di quello diffuso nell’ottobre del 2020 quando un autorevole virologo di fama internazionale definì «la paura più virulenta del virus» scongiurando il governo di non procedere coi lockdown devastanti per l’equilibrio sociale ed economico del paese ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️

https://www.gospanews.net/2021/12/30/la-folle-corsa-ai-tamponi-ferma-i-treni-in-tutta-italia-troppo-personale-positivo-al-covid-viaggi-cancellati-o-bus-sostitutivi/

https://www.gospanews.net/2020/10/24/medici-contro-terroristi-pandemisti-2-paura-piu-virulenta-del-covid-19-ora-meno-letale-lockdown-sarebbe-fatale-allitalia/

https://www.gospanews.net/2021/12/22/vaccini-obbligatori-aifa-smentita-dal-legale-cosap-farmaci-genici-sperimentali-serve-prescrizione-medica-di-specialista/

Sono passati più di 12 mesi, persino i ragazzini di 16 hanno iniziato a farsi i booster della terza dose di richiamo nonostante i rischi miocarditi con i vaccini a base di RNA messaggero siano estremamente alti tra i giovani lo, ma la “vexata quaestio” su affidabilità dei tamponi, falsi positivi e contagiati asintomatici è totalmente evaporata nella vacuità neuronale di impiegati del giornalismo che fanno copia e incolla delle veline di Stato e Regioni senza nemmeno porsi la più piccola e misera domanda…

https://www.gospanews.net/2021/12/30/vaccini-obbligatori-aifa-smentita-dal-legale-cosap-farmaci-genici-sperimentali-serve-prescrizione-medica-di-specialista/

Quanti sono oggi in Italia gli asintomatici, ovvero i possibili “falsi positivi” al Covid-19 rilevati da laboratori che in alcuni casi fanno riferimento a multinazionali di diagnostica medica partner delle Big Pharma dei vaccini, come dimostrato da un’inchiesta di GospaNews.

. Il numero degli asintomatici in Italia viene accuratamente occultato, ma non da tutti.

ASINTOMATICI AL 70 % IN DUE REGIONI D’ITALIA

Due Regioni “virtuose” nella trasparenza informativa lo hanno inserito nei loro bollettini.

«L’Unita di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 7.933 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 6.563 dopo test antigenico), pari al 11,1% di 71.513 tamponi eseguiti, di cui 59.423 antigenici. Dei 7.933 nuovi casi gli asintomatici sono 5.522 (69.6%). I ricoverati non in terapia intensiva sono 1.118 (+60 rispetto  a ieri). I ricoverati in terapia intensiva sono 92 (+3 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 46.686. I tamponi diagnostici finora processati sono 11.497.059 (+71.513 rispetto a ieri), di cui 2.692.102 risultati negativi. Tredici decessi di persone positive registrati, uno di oggi. Il totale diventa quindi 12.023 deceduti risultati positivi al virus. I pazienti guariti diventano complessivamente 406.191 (+2.175 rispetto a ieri)».

Sono invece «4.453 i nuovi casi in Toscana, riscontrati attraverso 17.058 tamponi molecolari e 40.400 antigenici rapidi. Il bollettino giornaliero comunica anche 6 morti e 585 guariti. Nell’ultima giornata il tasso di positività raggiunge il 7,8% sul totale dei test e il 44,6% sui nuovi soggetti controllati. In ascesa anche la pressione ospedaliera. I ricoverati nelle aree Covid salgono, nel complesso, a 600 (+31 rispetto a ieri), di cui 80 in terapia intensiva (quattro in più). Dall’inizio dell’emergenza sono 341.579 i contagi accertati, 297.913 le guarigioni e 7.531 i decessi. Secondo i dati delle aziende sanitarie salgono a 35.535 gli isolamenti domiciliari di asintomatici e malati lievi (+3.831 in un giorno) e a 49.061 le sorveglianze attive di persone entrate in contatto con casi infetti (+2.672)».

Ci tocca fare uno sforzo statistico per calcolare che i 3.831 asintomatici o paucisintomatici, che potrebbero quindi avere anche un semplice raffreddore invernale, rappresentano ben l’86 per cento dei nuovi casi registrati in Toscana.

Ci tocca fare uno sforzo statistico per calcolare che i 3.831 asintomatici o paucisintomatici, che potrebbero quindi avere anche un semplice raffreddore invernale, rappresentano ben l’86 per cento dei nuovi casi registrati in Toscana.

LE VARIABILI FOLLI DEI TAMPONI INAFFIDABILI

L’ANSA rivela solo che «Sono 78.313 i casi di Covid individuati in Italia nelle ultime 24 ore (del 28 dicembre – ndr). Ieri i casi erano stati 30.810. Le vittime, secondo i dati del ministero della Salute, sono 202 mentre ieri erano state 142. Sono 1.034.677 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 343.968. Il tasso di positività è al 7,57%%, in calo rispetto all’8,9% di ieri. Sono 1.145 i pazienti in terapia intensiva in Italia, 19 in più in 24 ore nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 119. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 10.089, ovvero 366 in più».

Per quanto roboanti i numeri sono veramente bassi se proporzionati in percentuale a quelli del 29 dicembre 2020 diffusi dalla stessa agenzia di stampa: «Sono 11.212 i nuovi casi di coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore e 659 le vittime. Lo riporta il nuovo bollettino del ministero della Salute. I guariti o dimessi sono stati 17.044. Sono 128.740 i tamponi per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 68.681. Il tasso odierno di positività è del 8,7%, in calo rispetto al 12,5% di ieri».

Rileggete con attenzione: lo scorso hanno 128mila tamponi hanno individuato in un giorno 11mila nuovi casi, quest’anno 1milione di tamponi ne ha trovati “solo” 78mila in un giorno. Ma non è tutto…

I morti sono passati da 659 a 142.

Alla fine, come sosteniamo da tempo, questi numeri vengono sparsi per terrorismo psicologico volto all’unico scopo di imporre una dittatura sanitaria funzionale ai vaccini delle Big Pharma e al consolidamento politico di entità sovranazionali del Nuovo Ordine Mondiale come denunciato da cardinali, vescovi, religiosi e laici cristiani 

26 Dicembre 2021 – Dott.ssa Tiziana De Felice – Redazione Co.Te.Li

IL BUON JOVANOTTINO HA PERSO UN’ULTERIORE OCCASIONE PER TACERE! AL DI LÀ DEL FATTO CHE DELLA SUA INFLUENZA NON CE NE PUÒ IMPORTARE DE MENO…E PER TIPOLOGIA E PER ENTITÀ DELL’EVENTO ( FEBBRE A 38, MAL DI GOLA, MIALGIE..LA STUPIDITÀ IMPLICITA IN QUESTO ANNUNCIO URBI ET ORBI STA IN 4 SEMPLICI CONSIDERAZIONI:

SE VACCINATO QUINDI… NON FUNZIONA?

HAI FATTO IL PLACEBO? QUINDI…CE LO COMUNICHI INDIRETTAMENTE?

NON VAI IN OSPEDALE…NON PERCHÉ NON SEI PROTETTO DA VACCINATO, MA PERCHÉ A TE NON DANNI LA TACHIPIRINA…QUINDI…TU VALI?

NON FINIRAI IN TERAPIA INTENSIVA PERCHÉ SEGUITO A DOMICILIO. QUINDI?…GLI ALTRI SONO FIGLI DI UN DIO MINORE?

CURATI, BUFFONE! E ABBI IL PUDORE DI STARE ZITTO!

L’annuncio su TikTok: “Buongiorno da me e dal mio virus che circola. Natale è passato e passerà anche il virus, dai. È un’influenza di quelle toste”. RICORDIAMO CHE JOVANOTTI HA ERA PURE VACCINATO…

HA POI CONCLUSO “NON È CHE QUESTI TAMPONI RAPIDI SIANO COSÌ EFFICACI, NONOSTANTE LE PRECAUZIONI?
DUBBIO…PER ENUNCIARE QUESTA ULTIMA MASSIMA, SEI STATO CALDEGGIATO…!!! ALL’APPELLO MANCAVI SOLO TU!

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19 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li

Bisogna che ti decidi perché entro questo mese hai solo tre possibilità. O ti vaccini o muori oppure ti ammali e fai morire qualcun altro”.

Questo sarebbe quello che un’infermiera dell’Ausl di Reggio Emilia avrebbe detto a una 17enne. Una frase giudicata troppo pesante e invadente dalla famiglia della ragazza che ha deciso andare per vie legali. E, attraverso il proprio avvocato, ha spedito una diffida all’azienda sanitaria locale con richiesta di risarcimento danni. Quello che contestiamo è la violenza delle parole utilizzate, mia figlia è corsa da me a piangere. Non era un semplice consiglio al vaccino, non si può infondere il terrore così”. Lo riporta il Resto del Carlino.

I fatti risalgono alla mattina del 3 dicembre scorso quando la ragazzina è stata accompagnata all’ospedale Santa Maria Nuova per sottoporsi a un tampone molecolare dopo che una sua professoressa di scuola era risultata positiva qualche giorno prima. Qui, stando a quanto da lei raccontato, le è stato chiesto se fosse vaccinata. Alla risposta negativa della minorenne, è arrivata la frase incriminata da parte dell’infermiera.

L’avvocato di famiglia Tiziano Solignani, del foro di Modena, ha ritenuto

fatti risalgono alla mattina del 3 dicembre scorso quando la ragazzina è stata accompagnata al all’ospedale Santa Maria Nuova per sottoporsi a un tampone molecolare dopo che una sua professoressa di scuola era risultata positiva qualche giorno prima. Qui, stando a quanto da lei raccontato, le è stato chiesto se fosse vaccinata. Alla risposta negativa della minorenne, la lo frase incriminata da parte dell’infermiera.

L’avvocato di famiglia Tiziano Solignani del foro di Modena ritiene illegittima, per la violazione della sua privacy, la richiesta di specificare se vaccinata o meno. Non esserlo è consentito dalla legislazione vigente. LA RAGAZZA È STATA APOSTROFATA MALAMENTE E RESA OGGETTO DI GRAVI INVETTIVE E MINACCE, RIMANENDONE SCONVOLTA.
Un atteggiamento del genere non ha bisogno di alcun commento.

“Per questa grave violazione dei doveri di riservatezza – ha dichiarato l’Avvocato Solignanomiei assistiti, riservandosi qualunque altra iniziativa in ogni sede competente, chiedono il risarcimento dei danni subiti. Se entro 20 giorni l’Ausl non risponderà, procederemo giudizialmente nei loro confronti”.

L’Ausl, al momento, non intende replicare a mezzo stampa, ma fa sapere che “è stata avviata una verifica interna volta a capire se si fosse trattato di un comportamento con toni scorretti da parte dell’operatrice o se fosse stata una semplice e lecita opera di convincimento al vaccino, insita nella mission medico-sanitaria”.

QUESTO È IL GIUSTO ATTEGGIAMENTO DA ADOTTARE CON COLORO CHE CREDONO, PER RUOLO, DI POTER FARE E DIRE CIÒ CHE VOGLIONO! BISOGNA DENUNCIARE…E FARE NOMI E COGNOMI!!! NON SARÀ UNA SOLUZIONE RISOLUTIVA, MA QUALCHE BRUTTO MOMENTO, A PICCOLI E GRANDI DITTATORI, LO FAREMO PASSARE!!!

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https://cataniacreattiva.it/reggio-emilia-o-ti-vaccini-o-muori-infermiera-terrorizza-un-ragazzodenunciata/

12 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li

POTEVA PASSARE INDENNE LA SERATA INAUGURALE DELLA STAGIONE LIRICA A “LA SCALA” DI MILANO? MA SOPRATUTTO, ESSENDO UN APPUNTAMENTO RISERVATO A POCHI ELETTI DELLA SOCIETÀ, LA COLPA DELLA PRESENZA DI POSSIBILI UNTORI DI COVID, POTEVA ESSERE CERCATA TRA I VIP PRESENTI? ASSOLUTAMENTE NO! OHIBÒ!
E COSÌ, ALL’ INDOMANI DEL MACBETH DI VERDI, LA COLPA DI TALI CONTAGI SAREBBE RICADUTA SU ALCUNI MAITRE DE BALLET “NO VAX” E 12 BALLERINI DEL CORPO DI BALLO.

Ed ecco scattare tamponi molecolari non solo per i danzatori ma anche a tutto l’indotto che tiene in vita il teatro: sarte, truccatori e tutti coloro che hanno che fare con la produzione. E, di conseguenza, l’isolamento per venti comparse, perché quattro erano risultate positive.

ACCUSARE I SOLITI NOTI RACCOMANDATI NO? L’ALTA SOCIETÀ, PER L’AUTORITÀ COSTITUITA È INTOCCABILE E INATTACCABILE!

MA PER FORTUNA, DAL WEB, EMERGE UN VIDEO CHE GETTA GRANDI DUBBI SUI CONTROLLI ANTI-COVID AGLI INGRESSI PER GLI SPETTATORI. DALLE IMMAGINI SI CAPISCE COME IN TANTI NON ABBIANO ESIBITO ALCUNCHÉ…MENTRE, IN CENTRO A MILANO, IL POPOLO IPNOTIZZATO, RINCOGLIONITO E ANESTETIZZATO CAMMINA TRA LE STRADE DELLO SHOPPING IMBAVAGLIATO CON LA MASCHERINA. LA BORGHESIA MENEGHINA, CHE DEFINISCO PIÙ SCHIUMA CHE CREMA, HA, INVECE, VOLTEGGIATO SENZA LIMITAZIONI E OBBLIGHI IN ABITI DI UN ELEGANZA IMPROBABILE E SPESSO RIDICOLA, TRA LE SALE E I CORRIDOI DEL TEATRO, ALLA RICERCA DI UN PO’ DI VISIBILITÀ!

Nonostante queste palesi violazioni della normativa anti Covid, il focolaio alla Scala viene già insindacabilmente accollato ai ‘no vax’ presenti in teatro. Sarebbe interessante sapere la percentuale di positivi tra gli spettatori che hanno partecipato all’ambito evento mondano (tra i quali c’era anche un Burioni in grande spolvero). Questo dato non lo abbiamo, ma una cosa è certa: per loro vale una legge, per noi un’altra. E alla fine ad essere colpevolizzato sarà il lavoratore che ha rifiutato di vaccinarsi.

QUESTO È LO SPETTACOLO DI CUI CI VORREBBERO PROTAGONISTI, CON UN POPOLO SEMPRE PIÙ ASSOGGETTATO E DISPERATO…TRISTE E SCONSOLATO… COME MARCOVALDO, IL PERSONAGGIO NATO DALLA PENNA DI ITALO CALVINO

IL VIDEO DELLO SCANDALO! I VIP ENTRANO SENZA GREEN PASS. CLICCA SUL LINK ⤵️⤵️⤵️

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10 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li

E’ stata pubblicata dal MIUR una circolare operativa per l’applicazione dal 15 Dicembre dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico.

CAMPO DI APPLICAZIONE

L’obbligo a partire dal 15 Dicembre 2021 si applica al : “personale scolastico del sistema nazionale di istruzione, delle scuole non paritarie, dei servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, dei centri provinciali per l’istruzione degli adulti, dei sistemi regionali di istruzione e formazione professionale e dei sistemi regionali che realizzano i percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore”

Viene indicato che chi lavora a scuola ma non fa parte “del personale scolastico” (operatori a supporto dell’inclusione scolastica, addetti alle mense, pulizie, eccetera) NON ricadono nell’obbligo del DL 172. Ovviamente per queste categorie di lavoratori ad oggi permane l’obbligo di greenpass base per effetto del DL 127 convertito in legge 165/2021.

NUMERO DI DOSI

In accordo con i termini previsti dal Ministero della Salute l’obbligo comprende sia il ciclo primario (due dosi per tutti i prodotti disponibili ad eccezione del Johnson and Johnson il cui ciclo primario consisteva in una sola dose) che la terza dose “booster” a distanza di 150 giorni dalla seconda dose. Viene però specificato che di fatto i termini della terza dose sono quelli previsti per il “greenpass rafforzato”, ovvero 9 mesi (“pertanto “la somministrazione della dose di richiamo potrà essere effettuata non prima di cinque mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario e non oltre il termine di validità della certificazione verde COVID-19, ora pari a nove mesi”).

ESENZIONE DALL’OBBLIGO

“La vaccinazione può essere omessa o differita in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate attestate dal medico di medicina generale nel rispetto delle circolari del ministero della salute”.

Al momento secondo la circolare 53922 del 25 Novembre questi certificati hanno scadenza al 31 Dicembre 2021 e il dirigente scolastico può cambiare mansione per “evitare rischio di diffusione del contagio ma senza decurtazione della retribuzione”.

Ricordiamo che chi possiede questa esenzione NON deve neanche fare i tamponi in quanto l’obbligo di possesso della certificazione verde (“greenpass base”) non si applica ai soggetti esentati dalla campagna di vaccinazione.

PROCEDURA DI CONTROLLO

Il rispetto dell’obbligo vaccinale è assicurati dai dirigenti scolastici o dai responsabili delle strutture dove vige l’obbligo. Le informazioni possono essere acquisite mediante le consuete modalità previste dal DPCM e “saranno fornite, da parte del competente Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali, indicazioni operative concernenti le procedure da adottarsi”. E’ lecito pertanto attendersi procedure che saranno diversificate a seconda delle regioni: dal controllo automatico con la piattaforma attualmente usata per il greenpass fino alle singole richieste per la verifica dell’adempimento verso il docente o il personale ATA.

La non regolarità consiste nel non aver effettuato la vaccinazione o non aver “presentato la richiesta di vaccinazione”. Pertanto da una lettura della nota operativa dovrebbero risultare “in regola” anche tutti coloro che avranno presentato richiesta di vaccinazione e questa risulti nel sistema dove viene effettuata la verifica automatizzata.

Per chi non è in regola il dirigente / responsabile invierà un invito scritto (non viene specificata la forma per cui non si possono escludere comunicazioni a mano, via mail, pec, raccomandata, ecc.) a produrre entro 5 giorni una delle documentazioni necessarie a non essere sospesi:

a) documentazione comprovante la vaccinazione (nei casi in cui questa non sia registrata nella piattaforma di controllo)

b) omissione / differimento (come specificato in precedenza)

c) richiesta di vaccinazione da eseguirsi entro 20 giorni dalla ricezione dell’invito

d) insussistenza dei presupposti dell’obbligo vaccinale (in questa casistica potrebbero ricadere anche i “guariti” qualora la piattaforma di controllo non abbia registrato correttamente il dato)

IMPORTANTE: “Al riguardo si ritiene che nel suddetto lasso temporale di cinque, in via transitoria, detto personale continui a svolgere la propria attività lavorativa alle attuali condizioni, ossia assolvendo all’obbligo di possesso e al dovere di esibizione della certificazione verde base (ottenuta anche mediante tampone)”

Come avevamo già anticipato dalla lettura del testo durante questi 5 giorni si PUO’ CONTINUARE A LAVORARE mediante “greenpass base”.

Analogamente anche per chi presenta la richiesta di vaccinazione / appuntamento (da eseguirsi massimo entro 20 giorni) si potrà continuare a lavorare regolarmente (“nell’intervallo intercorrente sino alla somministrazione del vaccino e, dunque, in via transitoria, detto personale continui a svolgere la propria attività lavorativa alle attuali condizioni, ossia assolvendo all’obbligo di possesso e al dovere di esibizione della certificazione verde base (ottenuta anche mediante tampone)”)

SOSPENSIONE DA LAVORO

La sospensione avviene a seguito della “mancata presentazione della documentazione” descritta precedentemente. Per il periodo di sospensione, non sono dovuti retribuzione né altro compenso o emolumento comunque denominati ma è garantita la conservazione del rapporto di lavoro.

La sospensione è valida fino “alla comunicazione da parte dell’interessato, al datore di lavoro, dell’avvio o del successivo completamento del ciclo vaccinale primario o della somministrazione della dose di richiamo, e comunque non oltre il termine di sei mesi a decorrere dal 15 dicembre 2021.”

Pertanto per chi deciderà di vaccinarsi, una volta sospesi, si riacquisisce il diritto allo svolgimento dell’attività lavorativa appena somministrata la prima dose.

Il personale sospeso può essere sostituto con contratti a tempo determinato che si risolvono nel momento in cui cessa la sospensione.

CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO

Per quanto riguarda i nuovi contratti a tempo determinato il MIUR precisa che l’assolvimento dell’obbligo vaccinale sia requisito per la costituzione di un nuovo rapporto di lavoro (“si ritiene che i destinatari della proposta di un nuovo contratto di lavoro a tempo determinato a scuola debbano aver previamente adempiuto all’obbligo di che trattasi. In assenza di tale adempimento non pare pertanto possibile costituire il rapporto di lavoro” )

SANZIONI AMMINISTRATIVE

Nella circolare il MIUR ricorda che “l’inadempimento dell’obbligo vaccinale determina l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria già prevista per l’inosservanza dell’obbligo del possesso e del dovere di esibizione della certificazione verde COVID-19”

Pertanto pare che oltre alla sospensione da lavoro si incorra anche in una sanzione che va da 600€ a 1500€ .

Per chi ha l’obbligo di controllo ma non lo effettua invece la sanzione va da 400€ a 1000€

Su questa parte sanzionatoria faremo un approfondimento perché nel caso del greenpass a lavoro si incorre nella sanzione solo se si accede a luogo di lavoro senza certificazione mentre chi dichiara di non averlo non ha retribuzione ma non è prevista la sanzione. Rimane poi da approfondire chi è il soggetto titolato ad emettere una sanzione amministrativa per questa violazione.

Fonti: ⤵️⤵️⤵️

https://telegra.ph/CIRCOLARE-MIUR-OBBLIGO-VACCINALE-12-11

http://www.clivatoscana.com/2021/12/11/circolare-miur-obbligo-vaccinale/

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9 Dicembre 2021 – Redazione Co.Te.Li

Le sanzioni inflitte fino a questo momento non ci stanno aiutando. Così non si va avanti”

«Siamo in guerra contro il Covid ed abbiamo bisogno di ’soldati’. Negli ospedali eravamo già sotto organico prima del Covid, e l’epidemia ha acuito questa mancanza di personale. Quindi, va rivista la norma che allontana il personale sanitario non vaccinato».

E poi, continua il primario dell’Ospedale di Padova: «È di oggi la notizia che un’infermiera sospesa perché non vaccinata ha fatto ricorso alla Corte di Giustizia Europea contro la sospensione, la Corte dovrà pronunciarsi sull’obbligo vaccinale, dopo che il giudice del lavoro ha accolto il suo ricorso», conclude.

Non ha dubbi il dottore Giampiero Avruscio, presidente della sezione padovana dell’Anpo, il sindacato che rappresenta i primari ospedalieri, che spiega: «Va fatta una riflessione su questa misura ’punitiva’, perché sono stati allontanati centinaia di medici e infermieri di grande esperienza, di elevata professionalità che non sono facilmente sostituibili: uno specializzando non ha la stessa esperienza di un medico con anni di professione alle spalle, soprattutto nelle aree critiche».

Avruscio ha detto che «da due anni stiamo lottando contro il Covid e siamo allo stremo delle forze: chi è al lavoro ha anche il sovraccarico di chi è assente perché allontanato dall’azienda, nel solo ospedale di Padova si tratta di 200 professionisti e di oltre 500 nell’Ulss 6 padovana. Ormai abbiamo dimenticato le ferie da tempo, ma soprattutto così aumenta decisamente il rischio clinico». Il primario padovano spiega: «l’anno scorso, prima dell’arrivo del vaccino, venivamo ’tamponati’ con molta frequenza e questa misura aveva permesso di ridurre al minimo i contagi intraospedalieri. E allora, la soluzione potrebbe essere quella di far rientrare i colleghi non vaccinati, e di far loro i tamponi salivari ogni 24-48 ore, perché possano lavorare: tra l’altro, con i tamponi salivari non viene rilasciato il green pass e il tampone servirebbe così soltanto per poter lavorare. Anche a noi vaccinati vengono fatti i tamponi salivari e soltanto se trovati positivi finiamo in quarantena. E lo stesso dovrebbe essere per i colleghi non vaccinati».   

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Allarme certificato verde nei luoghi di lavoro. A una settimana dall’obbligo del green pass crescono caos e preoccupazione.

Dopo infiniti dibattiti e polemiche dentro la stessa maggioranza  lo scorso 16 settembre il governo ha approvato il decreto. Che rischia di paralizzare il mondo del lavoro. Green pass obbligatorio per tutti i tutti i lavoratori,  pubblici e privati. Dipendenti, professionisti e autonomi. La misura scatterà dal 15 ottobre e durerà fino al 31 dicembre. Termine di cessazione dello stato di emergenza.

Green pass, fallisce il ricatto del governo

Conti alla mano, il governo ha fallito l’obiettivo di rendere la vita difficile ai no vax incrementando la vaccinazione. Invece di indurre i riluttanti a vaccinarsi per mantenere il posto di lavoro e una normale vita di relazioni, ha spinto le persone a tamponarsi. Così scatterà la corsa forsennata ai tamponi? Ma chi li pagherà? E qui si annida il problema che rischia la paralisi aziendale. Testimoniata dal grido d’allarme degli imprenditori. Che rischiano di perdere il personale se non si accollano i costi dei tamponi. Che hanno validità per solo 48 ore.

Zaia: controlli in azienda o sarà paralisi

CARI VENETI, NON SIETE STUFI DELLO STRAPARLARE DI QUESTO INETTO? NON CEDETE AL RICATTO E ALLA PAURA!!!!

Il govenatore del veneto Luca Zaia fotografa con preoccupazione il caos che scoppierà nelle aziende il 15 ottobre. “Perché – dice – non saremo in grado di offrire a tutti i non vaccinati un tampone ogni 48 ore. Gli imprenditori con cui parlo io sono preoccupatissimi”.  Non si tratta di contestare il Green Pass – sottolinea – ma di guardare in faccia la realtà: gran parte di questi 590 mila non vaccinati probabilmente non si vaccineranno mai. E del resto una quota di scettici c’è in tutti i paesi per qualsiasi vaccinazione”.

Confindustria fa marcia indietro

Le associazioni di categoria sono sul piede di guerra.  Confindustria, favorevole al certificato verde, si è amaramente pentita. Dopo aver invitato gli imprenditori a non spendere una lira in tamponi, ora l’associazione degli industriali avanza l’ipotesi che assumersi il costo sia, purtroppo e controvoglia, l’unica strada praticabile. In Emilia Romagna dal numero uno di Confindustria, Valter Caiumi, arriva la proposta di  ridurre la spesa attraverso accordi specifici.