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‘Traditori’

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di Michele Giovagnoli

I giovani sono stati ricattati mettendo sul piatto proprio le cose che sono più belle, a quell’età: i luoghi d’incontro, le palestre, le università. Quella dei giovani è una frequenza particolare: una luce fresca, al servizio della verità. Dall’altra parte, invece, troviamo quelli che sono stati gli idoli dei giovani: questi cantanti, questi artisti, che a un certo punto sono totalmente spariti. Tutti lì, anzi, a inneggiare a questo processo di omologazione, questa lobotomia costante, questo dover accettare, “perché quella è la normalità”. Prendo le distanze da tutti quegli artisti che sono diventati famosi prendendo sotto braccio l’arte, e poi dimenticandosi di che cos’è, l’arte. Prima di tutto, l’arte è libertà. E quindi, un cantante che ha inneggiato alla libertà e oggi invece si schiera con chi vuole farci dimenticare che potenza può esserci, dentro la parola libertà, è un individuo che innanzitutto ha tradito l’arte, poi ha tradito se stesso, e poi ha tradito tutti quei giovani che lo avevano seguito perché, sicuramente, in lui sentivano una forza.

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Quando si accumula una forza, bisogna prendersene la responsabilità. E a tutti questi artisti, che sono spariti nel nulla – non se ne sente uno, in un momento così critico, delicato, importante, dove bisognava dare veramente corpo a certe parole (prima fra tutte, la parola libertà)

Michele Giovagnoli
Michele Giovagnoli

– mando il più profondo invito affinché l’arte stessa porti giustizia. Un po’ come in tutte quelle forme di potenza che sono state sposate in funzione egoica, e poi si sono rivolte contro chi aveva compiuto quel gesto: la famosa ruota che poi schiaccia chi l’aveva adottata, perché ha voluto sfidare una salita troppo alta. Verso di voi, artisti assenti, va anche tutto il mio profondo disprezzo. Come ci ha insegnato un grande fratello, Nietzsche: nei confronti delle masse, di tutti quelli che seguono una corrente senza chiedersi perché, tutte quelle persone che non vogliono più farsi domande, che vogliono essere nutrite anche nel pensiero, ecco, nei loro confronti bisogna essere superiori “per disprezzo”, perché quel disprezzo è l’ombra dell’amor proprio che, invece, l’osservatore dirige su di sé.

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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione(Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

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(Michele Giovagnoli, dichiarazione d’amore estratta dal video della tappa milanese del tour “Agorà d’Amore”, trasmesso in diretta su Facebook il 9 luglio 2021 da piazza Duomo. Scrittore e alchimista, Giovagnoli è autore di libri come “Alchimia selvatica”, “La messa è finita”, “Impara a parlare con gli alberi”. Conduce stage nei boschi in tutta Italia, stimolando i partecipanti a intraprendere percorsi di tipo alchemico, in piena sinergia con gli alberi. Nel 2020, esplosa la crisi Covid, ha fondato la community “Essere Solare”, che aggrega migliaia di individualità, decise a “rispondere” all’emergenza sviluppando talenti umani, messi in rete. Proprio il network “Essere Solare” affolla le tappe del tour “Agorà d’Amore”, pensato anche per stringere alleanze interpersonali in grado di mobilitare risorseinteriori, rompere l’isolamento sociale e sviluppare capacità empatiche, lungo un orizzonte che tende a disegnare una nuova umanità, libera da ogni ricatto e refrattaria a qualsiasi restrizione imposta).

https://cataniacreattiva.it/e-voi-cantati-spariti-avete-tradito-i-giovani/

di Massimo Citro

Medico Chirurgo, Specialista in Psicoterapia, Dottore in Lettere Classiche a indirizzo storico

Autore di “Eresia, riflessioni politicamente scorrette sulla pandemia”, Byoblu Ed. 2021 (25.000 copie).

Giuseppe De Donno è un martire del Fronte di Liberazione Nazionale che spontaneamente si costituiscefra i cittadini che si oppongono all’odierna oligarchia di governo e reclamano verità e giustizia. Primario di Pneumologia all’Ospedale “Carlo Poma” di Mantova, De Donno ha salvato moltissime vite applicando l’antica e collaudata terapia con il plasma iperimmune. Durante un’epidemia mortale, ha avuto il coraggio di curare i pazienti che il Sistema oligarchico, asservito agli interessi delle élite finanziarie sovranazionali, non voleva che guarissero. Per accrescere il numero di morti che avrebbero legittimato le restrizioni illegali, il regimedi polizia e l’approvazione di sostanze iniettabili, impropriamente spacciate per vaccini, che altrimenti non l’avrebbero mai ottenuta, se non in una situazione di emergenza, che non c’era. Inscenata sulla pelle della gente sacrificata sull’altare di un crimine mondiale eugenetico.

De Donno ha osato curarli e il Sistema non gliel’ha perdonato, l’ha perseguitato senza tregua, umiliandolo oltre misura, fino a che il suo animo buono e ipersensibile non ha più retto. Il Sistema è responsabile della sua morte, come lo è di quei tre milioni nel mondo, che già costituiscono mezzo olocausto. Con De Donno l’oligarchia si è spinta oltre ogni limite tollerabile: centinaia di Colleghi sono caduti sul campo per salvare vite umane, ma quello che è stato fatto a Giuseppe è la goccia che fa traboccare il vaso e forse l’inizio della reazione popolare per riconquistare la libertà. Non si dimentichi che fu proprio l’assassinio dell’ammiraglio Coligny a scatenare la Notte di San Bartolomeo. La CoViD-19 si cura benissimo e facilmente, se la si cura subito e bene, a casa, e non necessita né di “vaccini” nédi monoclonali. La cura c’è già, c’è sempre stata, e su questo il Sistema ha mentito e continua a mentire, per giustificare il crimine. I responsabili dovranno risponderne alla sbarra di un Tribunale italiano o internazionale o del popolo, magari con i parenti delle vittime come giurati.

De Donno era un medico nel senso sacrale della parola enon un sanitario, termine che nella neolingua vorrebbe apparentare i medici agli accessori dei bagni per desacralizzarli e asservirli agli interessi industriali. L’ho ricordato nel mio libro “Eresia”: Giuseppe dichiarò, più di un anno fa che “la scienza deve essere gratuita, uno scienziato pagato non è credibile e noi medici siamo imissionari della scienza”. Se il Sistema ha creduto, eliminando Giuseppe, di aver neutralizzato i medici missionari, fedeli al giuramento ippocratico e non ai decreti di un regime illegale, si sbaglia di grosso: siamo un fronte unito di medici che hanno giurato, fedeli alla sacralità del ruolo e del dolore, al rispetto per la personae per le leggi divine, e che mai si piegheranno a questa oligarchia. Il dottor De Donno è con noi, nei nostri cuori, ogni giorno, fino alla fine. Al Sistema d’ora in poi non resta che tremare e ripensare ai peccati di Riccardo III che fanno ressa alla sbarra gridando: “Traditori! Spergiuri oltre ogni limite! Assassini! Assassini crudeli oltre ogni limite!”.

Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, fra cui anche Marzia Chiocchi di Mercurius5, e Monica Tomasello di Catania CreAttiva, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale.

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