Posts Tagged
‘Vaccinazioni’

Home / Vaccinazioni

22 Giugno 2023 – Redazione

La manzoniana psicosi da bacilli, insieme all’illusorio potere conferito a normali cittadini, ha portato a stravolgere il concetto di privacy con il diffondersi di azioni volte a discriminare e violare i nostri dati sanitari e quelli dei nostri figli. A fronte delle vostre richieste di aiuto, abbiamo cercato di riassumere il complesso quadro giuridico e di fornire alcuni strumenti di tutela, volti a contenere e contrastare eventuali abusi, soprattutto con richieste riguardo lo stato vaccinale vostro o dei vostri figli e per farlo, dobbiamo innanzitutto delineare i confini normativi per identificare in autonomia quando una richiesta è da considerarsi lecita o quando è illecita.

Partiamo dalla definizione di dati relativi alla salute comunemente valida in tutto il territorio Europeo e normata dal GDPR – Regolamento generale sulla protezione dei dati (UE/2016/679): “i dati personali attinenti alla salute fisica o mentale di una persona fisica, compresa la prestazione di servizi di assistenza sanitaria, che rivelano informazioni relative al suo stato di salute” (GDPR Art. 4, part. 15) e sono ricompresi nella più vasta categoria dei dati soggetti a trattamento speciale (GDPR Art. 9), in quanto in grado di rivelare dettagli molto intimi della persona, e per questo vi è una tutela rafforzata che pone il divieto di “trattare dati personali che rivelino… dati relativi alla salute” (art. 9 GDPR)

Come abbiamo visto, ii dati inerenti la salute godono di misure di garanzia che garantiscono l’interessato sulla figura di chi può trattarli, nei rari casi in cui è possibile farlo. Questo punto è importante ed è la seconda cosa che dovrete comprendere a pieno: i dati relativi alla salute possono essere “trattati da o sotto la responsabilità di un professionista soggetto al segreto professionale conformemente al diritto dell’Unione o degli Stati membri o alle norme stabilite dagli organismi nazionali competenti o da altra persona anch’essa soggetta all’obbligo di segretezza conformemente al diritto dell’Unione o degli Stati membri o alle norme stabilite dagli organismi nazionali competenti”. (GDPR Art. 9, part. 3)

Ricapitolando: la normativa europea sancisce che i dati relativi alla salute, compreso ovviamente lo stato vaccinale, sono un diritto fondamentale di ogni cittadino e godono di garanzie particolari che permettono la loro gestione solo in limitatissimi casi e sotto la responsabilità di un professionista sanitario sottoposto a segreto professionale. In linea generale, ogni richiesta riguardante l’accesso a informazioni sullo stato di salute vostro e dei vostri figli che arriva da soggetti che non sono un professionista sanitario è da ritenersi illecita… le cose però non sempre sono così lineari.

Ora veniamo all’oggi e ai vari motivi per cui abbiamo deciso di fornirvi questo tipo di documentazione e, come detto sopra, vi elencheremo una serie di situazioni che ci avete segnalato, in cui la richiesta dello stato vaccinale è stata oggetto di situazioni disdicevoli. Vi mettiamo a disposizione, accanto alle tipologie di situazione, anche la lettera o modulo corrispondente, in modo che possiate facilmente reperire quello più adatto alla singola situazione che si divide in bambino o adulto e al grado di contromisure da adottare, perché lo sappiamo bene, anche se vorremmo che tutti agissero con il massimo vigore contro ogni illecita richiesta di dati, purtroppo, a volte si deve mediare.

P.S. Per ogni situazione abbiamo creato due o quattro moduli diversi. La prima divisione è tra minori e adulti e la seconda divisione è tra diffida e diffida con contestuale segnalazione al Garante della Privacy. Nel secondo caso, oltre che inviare una diffida rifiutandosi di fornire i dati inerenti alla salute, si fa contestuale segnalazione al Garante Privacy chiedendo alla struttura che ha richiesto i dati, di fornirvi anche tutte le specifiche di legge riguardo alla gestione di quei dati, come le finalità. A voi la scelta di quale documento utilizzare.

1. Il grest, scout, campus estivi mi chiede libretto vaccinale.

Questo caso è uno dei più vili, spesso accompagnato da pretese che sfociano in dinieghi di iscrizione oppure adducendo fantomatici obblighi di legge ma la questione è chiarissima a livello normativo: non è possibile in nessun caso richiedere dati relativi allo stato vaccinale di nessun partecipante, né ospiti, né personale assunto e né volontari e ogni richiesta in tal senso deve ritenersi illecita. Non ci sono deroghe, non esiste normativa a supporto di tale richiesta, semplicemente non possono gestire, archiviare, trattare ancor meno divulgare questi dati, fine. Così semplice? Magari…

Come vi abbiamo detto ad inizio articolo, la psicosi da bacilli e l’aver dato finto potere a normali cittadini, ha creato una serie di situazioni per cui a volte il soggetto che illecitamente richiede tale documentazione, è visceralmente convinto di alcuni postulati, in realtà falsi, ma che non c’entrano nulla con la questione del trattamento dati relativi alla salute. A volte viene detto ai genitori che essendoci un obbligo vaccinale che interessa la fascia di età dei partecipanti, allora è estendibile l’obbligo anche a strutture extrascolastiche: non è assolutamente così! Anche perché nemmeno le scuole sono autorizzate ad acquisire e gestire il dato, lo fa la Asl e solo in determinate condizioni, comunicando esclusivamente l’eventuale irregolarità e mai il dato vaccinale completo (es. manca 1 dose o l’intero ciclo? Per quali malattie è vaccinato il bambino? La scuola non deve saperlo).

Di fronte all’assurda richiesta di fornire lo stato vaccinale di minori in ambito extrascolastico, pertanto fuori da ogni fattispecie normativa, il primo consiglio che ci verrebbe da darvi è quello di segnalare al Garante della Privacy l’accaduto e di spendere i vostri soldi altrove, evitando quella struttura. Ovviamente sta a voi la scelta, potete decidere se utilizzare il documento per la diffida o quella con annessa segnalazione al Garante della Privacy.

2. La palestra, il corso di calcio, tennis, equitazione o qualsiasi altro sport mi chiede libretto vaccinale

Questo caso è molto spinoso e necessita di una premessa: la legge 5 marzo 1963, n. 292, prevede l’obbligo vaccinale per la sola antitetanica per tutti gli sportivi agonistici CONI e per comprendere se la richiesta è ”lecita” o “illecita” si deve verificare se l’attività sportiva è agonistica o non agonistica e e se l’attività sportiva agonistica è o non è affiliata CONI. Vi lasciamo ad un nostro articolo esaustivo sul punto che potete consultare qui ma in linea di massima valgono gli stessi principi, ovvero che anche in presenza di una disposizione di legge, i dati relativi alla salute sono trattati solo da un “professionista soggetto al segreto professionale conformemente al diritto dell’Unione o degli Stati membri” e, pertanto, solo al momento della visita di idoneità sportiva di una società sportiva federata CONI, viene richiesto di esibire il documento sanitario comprovante l’avvenuta effettuazione della vaccinazione antitetanica obbligatoria per legge per consentire la prescritta verifica e eventuale annotazione.

Appurato se la richiesta è illecita o no, potete utilizzare il Documento modificabile per diffida o quello con contestuale segnalazione al Garante della Privacy. Noi tendiamo ad essere abbastanza fermi sul punto: la struttura ha raccolto dati sanitari di minori o adulti? Va segnalato al Garante oltre che inviare la diffida. A voi la scelta.

3. Il datore di lavoro mi chiede il libretto vaccinale

Come spesso capita in Italia, quando si scende nel dettaglio le questioni divengono più complesse. In linea generale il datore di lavoro non può venire mai a conoscenza dello stato vaccinale dei dipendenti. Esiste l’obbligo di vaccino antitetanico, che prevede la non idoneità lavorativa solo per alcune professioni ed è normato dalla medesima legge 5 marzo 1963, n. 292, e successive modifiche. Se la vostra professione rientra in quelle normate dalla legge vi invitiamo a leggere un nostro articolo esaustivo sul punto, lo trovate qui.

Esiste anche l’obbligo di vaccino anti-epatite B per le professioni sanitarie, ma in linea di massima valgono gli stessi principi, ovvero che anche in presenza di una disposizione di legge, i dati relativi alla salute siano trattati solo da un “professionista soggetto al segreto professionale conformemente al diritto dell’Unione o degli Stati membri” pertanto al momento della visita di idoneità lavorativa potrà essere richiesto di comprovare l’avvenuta effettuazione della vaccinazione obbligatoria per legge, ma solo dal medico competente che non potrà divulgare al datore di lavoro il vostro stato vaccinale ma solo l’idoneità o meno a svolgere la mansione.

Di fronte ad una richiesta diretta da parte del datore di lavoro o altro personale di presentare documenti sanitari, potrete utilizzare il Documento modificabile per diffida e nei casi più estremi, valutando la situazione lavorativa, avete a disposizione anche quello con contestuale segnalazione al Garante della Privacy. Rispetto alle precedenti situazioni qua siete in ambito lavorativo e capiamo benissimo che il tema è ben più spinoso. Una volta capita la norma, potrete anche spiegare a voce la situazione della richiesta illecita, senza neppure ricorrere ai nostri documenti e se mai utilizzarli in fasi successive qualora la situazioni non si sistemi da sola.

FONTE: Associazione Corvelva

 

UNISCITI A MERCURIUS5 SU TELEGRAM⤵️

https://t.me/mercurius5giornale

 

03 Giugno 2022 – Redazione – di Andrea Ossino

Giudici, ex pm, carabinieri in pensione, attori, medici, preti, produttori televisivi e dipendenti di palazzo Chigi. È un coacervo di nomi, quello presente negli atti accumulati dai pubblici ministeri che indagano sui falsi vaccini certificati dal dottor Alessandro Aveni. Il caso è lo stesso per cui è indagato Pippo Franco, la moglie e il figlio Gabriele. E anche un ex magistrato della Procura di Roma, adesso in pensione. E poi il medico dei Vip Antonio De Luca, professore universitario e consulente del Tribunale di Roma.

Sono 13 le persone finite nel registro degli indagati. Tuttavia negli atti redatti grazie al lavoro dei carabinieri del Nas, coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Alessandra Fini, compaiono anche altri 80 nomi, come quelli dell’attore Andrea Roncato e della moglie. E poi il produttore cinematografico Vittorio Cecchi Gori. E ancora un prete, un giudice di pace, un ex generale di brigata dei carabinieri (adesso in pensione) e anche una dipendente di palazzo Chigi.

Non sono indagati. Gli investigatori li hanno inseriti negli atti perché si tratta dei pazienti che hanno sottoscritto i moduli di consenso per farsi somministrare il vaccino dal medico di base Aveni, un odontoiatra con studio a Colli Albani, finito ai domiciliari e poi liberato dai giudici del Riesame. Proprio su questi documenti i Nas ritengono che ci siano delle anomalie e quindi stanno approfondendo la faccenda. È un mondo variegato, quello dei pazienti che si sono rivolti al dottore di Colli Albani, anche se abitavano in diverse parti della Capitale.

Del resto, secondo le accuse, a procurare i ” clienti” al medico era il collega Antonio De Luca, che di personalità importanti ne conosceva parecchie. Sul suo profilo social ci sono foto con diversi vip: da Vittorio Cecchi Gori fino al commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolopassando per Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Virginia Raggi. Nel profilo Facebook del medico ci sono ancora le dirette in cui sminuiva la pericolosità del Covid proprio quando i camion dell’esercito trasportavano da Bergamo le bare delle persone uccise dal coronavirus. Ma non è per questo motivo che De Luca è indagato.

Secondo i Nas avrebbe aiutato Aveni, accusato di aver simulato alcune vaccinazioni per far ottenere il Green Passanche a chi non ne aveva diritto. « Per il vaccino Pfizer erano state registrate 185 dosi a fronte delle 150 ricevute» dal dottore, sostiene l’accusa. «Calcolando un utilizzo di sei dosi a fiala », i conti non tornano. E poi ci sono indagati che, nel giorno in cui si sarebbero sottoposti al vaccino, erano in un hotel ai Parioli, oppure in Calabria con la famiglia: «è impossibile quindi che gli stessi abbiano ricevuto a Roma la somministrazione della seconda dose del vaccino dall’Aveni», si legge negli atti. Una recita messa in scena perché «ci sono tanti casi in ospedale di effetti collaterali di vaccini che non dicono in televisione», commentavano gli indagati.

POTETE SEGUIRCI ANCHE SU TELEGRAM ⤵️
https://t.me/mercurius5giornale

 

04 Febbraio 2022 – Redazione

Continua a tenere banco nella comunità scientifica il tema “vaccini”. Sono ancora molti i team di ricercatori che si stanno adoperando nell’analisi dei sieri prodotti dalle maggiori case farmaceutiche. Ecco quindi che arrivano altri dati a supporto della comunità, dati destinati a far discutere.

La nuova ricerca pubblicata sul NEJM

Nella giornata di ieri è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine un nuovo studio scientifico sull’efficacia dei vaccini. I sieri presi in analisi sono stati Pfizer, Moderna e AstraZeneca. «Un rapido aumento dei casi di malattia da coronavirus 2019 (Covid-19) dovuto alla variante omicron (B.1.1.529) della sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 in popolazioni altamente vaccinate ha suscitato preoccupazioni sull’efficacia degli attuali vaccini.» recita in apertura lo studio. I ricercatori spiegano poi il metodo usato: «Abbiamo utilizzato un disegno caso-controllo negativo al test per stimare l’efficacia del vaccino contro la malattia sintomatica causata dalle varianti “omicron” e “delta” in Inghilterra. L’efficacia del vaccino è stata calcolata dopo l’immunizzazione primaria con due dosi di vaccino BNT162b2 (Pfizer–BioNTech), ChAdOx1 nCoV-19 (AstraZeneca) o mRNA-1273 (Moderna).

La “omicron” buca i sieri

Tra il 27 novembre 2021 e il 12 gennaio 2022, sono state identificate un totale di 886.774 persone idonee infettate dalla variante omicron, 204.154 persone idonee infette dalla variante delta e 1.572.621 controlli negativi al test idonei. In tutti i momenti studiati e per tutte le combinazioni di vaccini primari e di richiamo, l’efficacia del vaccino contro la malattia sintomatica è stata maggiore per la variante delta rispetto alla variante omicron. L’efficacia del vaccino è stata inferiore per la variante omicron rispetto alla variante delta a tutti gli intervalli dopo la vaccinazione e per tutte le combinazioni di cicli primari e dosi di richiamo studiate. Tra coloro che avevano ricevuto due dosi di ChAdOx1 nCoV-19 (AstraZeneca), quasi nessun effetto protettivo della vaccinazione contro la malattia sintomatica causata dalla variante omicron è stato notato da 20 a 24 settimane dopo la seconda dose. Tra coloro che avevano ricevuto due dosi di BNT162b2 (Pfizer), l’efficacia del vaccino è stata del 65,5% da 2 a 4 settimane dopo la seconda dose, scendendo al 15,4% dopo 15-19 settimane e scendendo ulteriormente all’8,8% dopo 25 o più settimane. L’efficacia del vaccino di due dosi di vaccino mRNA-1273 (Moderna) ha avuto una riduzione simile nel tempo dal 75,1% dopo 2-4 settimane, al 14,9%.

Il Governo prenda atto dei dati scientifici

L’articolata ricerca scientifica, appena pubblicata, pone l’accento sulla scarsissima durata dell’efficacia dei vaccini prodotti dalle tre famose case farmaceutiche in merito alla prevenzione della malattia sintomatica della variante “omicron”. Assunto come sia impensabile sottoporre a molteplici “booster” ravvicinati l’intera popolazione mondiale, considerato il rapporto rischi/benefici ed essendo consapevoli che più richiami ravvicinati possono provocare addirittura una paralisi immunitaria, ecco che forse il Governo – e tutti coloro che “si fidano della scienza – cit.” dovrebbero prendere atto dei reali dati che arrivano, appunto, dalla comunità scientifica, togliendosi i paraocchi sulle strategie vaccinali obsolete e potenzialmente dannose, annullando le ormai desuete restrizioni anti-covid e procedendo, di conseguenza, al ripristino del Stato di Diritto ordinario. 

12 gennaio 2022 – di Redazione Co.Te.L.I.

L’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ammette che le VACCINAZIONI e i BOOSTERS causano problemi con la risposta immunitaria e affaticano il sistema immunitario della popolazione che le riceve.
Guarda il VIDEO: ⤵️

https://www.ilmattino.it/video/ema_non_possiamo_continuare_con_booster_ogni_3_4_mesi-6434660.html

E adesso? Cosa farà l’Italia? Continuerà imperterrita in questa sua “follia”? Attendiamo speranzosi nuovi “sviluppi”…

________________________

[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]

Puoi leggere anche su 👇

https://cataniacreattiva.it/ema-video-vaccinazioni-e-boosters-causano-problemi-al-sistema-immunitario-e-adesso/

27 Novembre 2021 – Redazione Co.Te.Li

In Alto Adige le vaccinazioni stanno aumentando in modo esponenziale. Il numero di dosi somministrate nell’ultima settimana è di 19.594, un aumento significativo rispetto alla precedente, quando ne erano state somministrate 13.046. In tutto, in Provincia i vaccinati sono il 69,8% della popolazione (un tasso tra i più bassi d’Italia).

Nel frattempo, però, altri 16 Comuni diventano zona rossa, anche se per Roma la Provincia autonoma resta bianca. Lo prevede l’ultima ordinanza del governatore Arno Kompatscher. Questi Comuni si aggiungono ai 20 già interessati da norme più severe dal 24 novembre scorso. Intanto, sale la rabbia degli immunizzati nei confronti dei non vaccinati.

E QUI MI DOMANDO: MA DOVE AVETE IL CERVELLO? SE AUMENTANO LE INOCULAZIONI MA VI STATE CONTAGIANDO….SECONDO VOI…DA CHI DIPENDE? IN QUALE CASSETTO AVETE RIPOSTO IL SENNO?

COVID al microscopio

Boom di vaccinazioni, ma più zone rosse

Sono “rossi” sempre più centri sciistici, come ormai quasi tutta la val Gardena, ma anche Fiè allo Sciliar, Ultimo, Senales. “Aumentare rapidamente il tasso di vaccinazione è il passo più importante da compiere per trascorrere un inverno quasi normale”, hanno detto il presidente della Provincia Arno Kompatscher, l’assessore provinciale alla Sanità Thomas Widmann e il direttore generale dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige Florian Zerzer in una videoconferenza alla presenza di tutti i sindaci altoatesini.  

EPPURE ISRAELE INSEGNA! MA VOI NON CAPITE! QUANDO VI SARETE TUTTI PUNTURATI, A CHI DARETE LA COLPA? CREDIAMO PROPRIO CHE DENTRO QUEL SIERO CI SiA QUALCHE SOSTANZA INIBITORIA DELLA MATERIA CEREBRALE

_______________________
[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

Puoi leggere anche su👇

https://cataniacreattiva.it/covid-alto-adige-aumentano-le-vaccinazioni-ma-anche-le-zone-rosse/

Green pass addio? Non è un miraggio. Parola del sottosegretario alla Salute Andrea Costa, che intervistato da ansa.it non esclude che “sarà possibile rivedere ed eventualmente ridurre l’attuale applicazione del green pass con l’inizio del nuovo anno se i dati dell’epidemia di Covid-19 continueranno a mostrare un trend di miglioramento, ma una valutazione più precisa sarà fatta a dicembre in concomitanza con la scadenza dello stato di emergenza che auspichiamo possa avere termine”.

Una revisione del green pass “potrebbe significare mantenere l’attuale carta verde per alcune circostanze e non per altre. Mentre ora siamo di fronte ad una applicazione totale del green pass, si potrebbe passare ad una sua applicazione parziale. Dunque, se l’andamento dell’epidemia di Covid-19 continuerà ad essere positivo, è ragionevole pensare che con l’anno nuovo ci potrà essere una revisione delle misure e anche del green pass, che potrà dunque essere ridotto nella sua applicazione. Cruciale sarà proprio la valutazione dell’andamento epidemico che dovrà essere fatta a fine anno. Davanti a noi, pertanto, abbiamo ancora due mesi che si dimostreranno decisivi”.

Andrea Costa sottosegretario alla Salute

Costa chiarisce la strada per il futuro: “Per il green pass resta ovviamente la validità di 12 mesi, a partire dalla data di somministrazione della terza dose per chi la farà o della seconda dose per chi non rientra nelle categorie indicate per il richiamo. Rispetto poi alla scadenza del green pass per gran parte della popolazione, abbiamo comunque davanti un ragionevole tempo per valutare quello che sarà il quadro, augurandosi che da qui a pochi mesi il green pass magari non serva più perché siamo usciti dalla pandemia. La scadenza dei green pass, che per la gran parte avverrà a 2022 inoltrato, è cioè un problema per il quale – ha specificato Costa – abbiamo sufficiente tempo davanti che ci consentirà di affrontarlo ed eventualmente trovare soluzioni. Non siamo in altre parole davanti a un problema imminente. Al momento – conclude – non è sul tavolo un’ipotesi di obbligo per la terza dose anti-Covid. In generale, non c’è alcun tabù rispetto all’obbligo vaccinale ed il governo lo ha già previsto per alcune categorie, ma nel frattempo abbiamo deciso di avviare un percorso dando fiducia ai cittadini che hanno dimostrato grande disponibilità alla vaccinazione e attualmente proseguiamo su questa strada. Poi è chiaro che se nelle prossime settimane saremo davanti a problemi cogenti, allora si potranno valutare eventualmente obblighi specifici per categorie specifiche, ma oggi non è il tema”.

FONTE: il Tempo

______________________
Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale

Puoi leggere anche su👇

https://cataniacreattiva.it/il-governo-pronto-a-fare-marcia-indietro-sul-green-pass-ecco-quando-e-come-potra-essere-eliminato/

ISTANZA DI PRONTO INTERVENTO A TUTELA DEI MINORI IN MATERIA DI VACCINAZIONE NEI PRESIDI SCOLASTICI

Compilando il modulo contenuto nel link sottostante accetti di apporre il tuo nome e cognome alla lettera che invieremo al garante della privacy. La lettera verrà inviata più volte, con gli aggiornamenti delle sottoscrizioni.

Per firmare clicca sul link👇
https://www.subscribepage.com/garanteinfanzia

~~~~~~~~~~~~~~~~~
[Questa iniziativa è condivisa dal Comitato Tecnico Libera Informazione(Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia  Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di medici ed avvocati, formatosi con l’unico intento di collaborare per la ricerca e condivisione della Verità sui principali fatti di rilevanza sia nazionale, che europea, che mondiale]

Vedi anche👇

https://cataniacreattiva.it/istanza-di-pronto-intervento-a-tutela-dei-minori-in-materia-di-vaccinazione-nei-presidi-scolastici/

di Tiziana de Felice

Le compagnie aeree hanno lavorato diligentemente con i governi e il team internazionale della dittatura della corona per promuovere il passaporto delle vaccinazioni con lo slogan “no jab, no fly”. E questo ha funzionato, perché i buoni cittadini timorosi e creduloni, si sono lasciati presto abusare come cavie “solo per andare in vacanza”. Si potrebbe dire un metodo collaudato con bastone e carota.. ma c’è stato un intoppo….

Le compagnie aeree stanno attualmente discutendo i clienti vaccinati e il rischio a grandezza naturale che hanno di coaguli di sangue, a causa del siero di m-RNA sperimentale. La politica ha detto che le persone con un aumentato rischio di coagulazione e del sangue, dovrebbero volare solo sotto stretta supervisione. Si raccomanda che queste persone,preferibilmente, non volino a meno che non si tratti di una situazione pericolosa per la vita.

Ad una certa altitudine hai un rischio maggiore di complicazioni, ictus, trombosi o infarto se ne sei (più) sensibile. Ora abbiamo informazioni che confermano che chiunque riceva l’iniezione (indipendentemente dalla marca) ha problemi di coagulazione e sanguinamento come una delle reazioni principali. Queste risposte sono tutte simili alle restrizioni esistenti in quest’area.
Le compagnie aeree stanno ora discutendo la loro responsabilità e cosa fare con i vaccinati, poiché non sono autorizzati a volare in quanto questo è un rischio per la salute. Queste discussioni sono appena iniziate, ma sembra che a chiunque sia vaccinato, non dovrebbe essere permesso di volare. D’altra parte, i non vaccinati possono entrare tranquillamente.

Le compagnie aeree, quindi, si sentono molto in causa da questo stato di cose. Il loro mercato per i voli d’affari e di vacanza si sta riducendo notevolmente con questo evento. Questa grande perdita – dopo le debacle del blocco – è stata creata da qualcun altro. Quella persona è anche responsabile della violazione dei diritti umani, della violazione del codice di Norimberga e della distruzione dell’economia.

Se le compagnie aeree vogliono sopravvivere, dovranno intraprendere un’azione legale contro coloro che glielo hanno imposto. Ciò significa che nomineranno persone e organizzazioni e le riterranno responsabili dell’enorme danno che è stato e sarà causato dalle loro azioni

Tanto perchè vi togliate alcune illusioni….

La Redazione

I poteri del governo di limitare la vita pubblica a causa della pandemia sono il tema della votazione federale in programma il prossimo 13 giugno. Un gruppo di cittadini ha lanciato un referendum contro la cosidetta ” Legge Covid” approvata dal parlamento lo scorso settembre. La Svizzera e’ uno dei primi paesi al mondo a dare ai suoi cittadini la possibilita’ di esprimersi sulla base legale introdotta per gestire la crisi del coronavirus. La legge e’ limitata fino al 31 dicembre 2021 e conferisce al governo la facolta’ di reintrodurre lo stato di emergenza qualora necessario, ma solo dopo essersi consultato con il Parlamento, le autorita’ dei 26 Cantoni, le organizzazioni padronali e i sindacati. Se respinta dai votanti alle urne, la legge e i suoi emendamenti sarebbero obsoleti nel giro di tre mesi, ovvero a settembre. Questo, perche’ le attuali misure, sono coperte dallo stato di emergenza di 12 mesi.

Quali sono i principali argomenti pro e contro la legge?

Gli oppositori ritengono che la legge sia superflua e che la maggior parte delle misure possa essere introdotta senza conferire poteri speciali al governo. Sono inoltre preoccupati che il testo possa rappresentare un pericoloso precedente, permettendo all’esecutivo di imporre in futuro, un regime autoritario. Oltre a questa opposizione di carattere generale, vi e’ un fondamentale scetticismo nei confronti della politica governativa di vaccinazione. I promotori del referendum, accusano le autorita’ di ignorare le potenziali controindicazioni per la salute, delle iniezioni. Un’altra parte degli oppositori, protesta contro quelle che vengono ritenute arbitrarie misure anticovid. Gli oppositori alla legge, inoltre, ritengono che, il numero limitato di decessi provocati dalla pandemia, non giustifichi la chiusura temporanea di negozi, ristoranti, le restrizioni della liberta’ di riunione o l’obbligo di indossare la mascherina.

Per chi sostiene la legge, invece, il testo e’ un passo necessario in linea con una clausola elvetica sulla legge per le epidemie, che vuole che i provvedimenti governativi sulle epidemie, debbano passare al vaglio del parlamento entro 6 mesi. Tutto cio’ darebbe maggiore sicurezza alla popolazione e alle aziende.

Perché i cittadini possono dire la loro?

Nel sistema della democrazia diretta svizzera, una decisione parlamentare puo’ essere impugnata e sottoposta a voto popolare, se almeno 50.000 firme valide, sono faccolte entro 100 giorni dall’approvazione del Parlamento. La Svizzera e’ il primo Paese al mondo a sottoporre le norme legate al Covid a voto popolare a livello nazionale. Un tale referendum e’ parte integrante del suo sistema politico, che da’ ai cittadini il diritto di voto su una legge e i suoi emendamenti. Non ci sono votazioni direttamente comparabili nella recente storia referendaria svizzera, anche se qualcosa di simile e’ avvenuto nel 2005 per la moratoria sull’uso di organismi geneticamente modificati in agricoltura.

Fonte: SEI SWISSINFO.CH