Lo ha fatto sapere Giorgia Meloni: “Il Commissario Europeo Paolo Gentiloni manda in soffitta l’obbligo vaccinale. Vale anche in Italia? Come mai i media italiani non riportano la notizia?”. Il riferimento della leader di Fratelli d’Italia è su quanto dichiarato dal commissario Gentiloni in un’intervista al giornale tedesco Die Welt: “La discussione sulla vaccinazione obbligatoria contro il Covid-19 era giustificata mesi fa. Ma non credo che ora sia il momento di discutere della vaccinazione obbligatoria”, ha spiegato.
Dunque, a stretto giro di posta, la Meloni rincara la dose: “Mentre tutto il mondo allenta le restrizioni,da oggi in Italia centinaia di migliaia di lavoratori rimarranno a casa senza stipendio per il ricatto del Green Pass. Un provvedimento vessatorio senza alcun senso scientifico. Il green pass va abolito.Proibire alle persone di potersi guadagnare da vivere, penalizzando anche le aziende che dovranno fare a meno della forza lavoro in un periodo di grande difficoltà economica per tutta la Nazione, è semplicemente delirante“, conclude Giorgia Meloni. Lo riporta Mag24.es.
Il Tar del Lazio ha inflitto un altro duro colpo alle strategie di lotta alla pandemia del governo e, in particolare, a quel Green pass che i rappresentanti dell’esecutivo Draghi continuano a difendere a spada tratta, tra le proteste degli italiani che trovano ingiusto privare del diritto al lavoro chi non si vaccina. Un obbligo vero e proprio, appena appena mascherato, che ha portato in questi mesi alla sospensione di tanti cittadini che hanno scelto di non piegarsi, rifiutando la somministrazione. E che per questo sono stati puniti, in un Paese dove ormai la libertà di scelta viene calpestata quotidianamente. Ora, però, ecco l’ennesima sentenza che dà loro ragione.
La sezione Prima bis del Tar del Lazio ha infatti accolto le istanze dei militari iscritti al sindacato Itamil e difesi dall’avvocato Giulia Liliana Monte che chiedevano l’annullamento dei proveddimenti di sospesione dall’attività lavorativa emanati dai rispettivi comandanti di corpo o datori di lavoro. Sanzioni che erano scattate in virtù della circolare dello Stato Maggiore Difesa che disciplinava quanto deciso dal governo con il Decreto Legge n. 172, successivamente convertito in legge.
Sul tema della sospensione dal servizio dei militari non vaccinati, Itamil aveva inviato nei giorni scorsi ai gruppi parlamentari della Camera una scheda tecnico normativa per richiedere una revisione della norma, considerata troppo penalizzante nei confronti del personale. Una richiesta rimasta inascoltata, ma che ha costituito la base di partenza per il ricorso presentato dallo studio legale Monte al Tar del Lazio, che è stato accolto.
Come si legge nella sentenza, il Tar ha infatti “accoglie e per l’effetto sospeso medio tempore l’efficacia dei provvedimenti sospensivi impugnati” , dando così il via libera al rientro in servizio dei militari che erano stati sospesi, in varie Regioni d’Italia, per non essersi sottoposti alla vaccinazione anti-Covid. Il Tribunale amministrativo regionale ha anche fissato per il 16 marzo 2022 la trattazione del tema in sede collegiale. Nel frattempo, il sindacato Itamil ha già annunciato la notifica del decreto del Tar al ministero della Difesa per darne tempestiva esecuzione.
Anestetizzati da un San Valentino di plastica e spettatori passivi di tetri scenari di guerra in Ucraina, gli italiani si ritrovano da martedì prossimo con una nuova stretta sul fronte delle restrizioni imposte dalla follia del Green Pass. Dal 15 febbraio per gli over 50 sarà obbligatorio esibire il super certificato verde per poter lavorare. In pratica o si è vaccinati o non si lavora.
Una norma che valeva già per forze dell’ordine, insegnanti e medici ma che ora viene estesa su base anagrafica e non professionale. E la svolta arriva mentre a livello nazionale arrivano contrastanti segnali di segno opposto sul fronte sanitario. Mentre si gettano mascherine in alto in plastiche foto-ricordo, mentre si riducono le quarantene a poco più che week end lunghi e con afflati libertari si concedono balli sfrenati in discoteca a volto scoperto, il Governo vieta il lavoro a tutti coloro che hanno compiuto più di 50 anni e non hanno voluto aderire a una campagna vaccinale, per la quale – ricordiamo – bisogna comunque firmare il proprio consenso.
L’obbligo di inoculazione per quella fascia di età è vero è già scattato, ma il mancato adempimento è sanabile in modo relativamente facile, con una multa di 100 euro. L’obbligo di certificato verde rafforzato per lavorare che scatta ora, invece cambia completamente le cose. L’Articolo 1 della Costituzione da martedì per un 50enne non vale più. Va detto chiaramente. Non vi sono compromessi, non bastano i tamponi ogni due giorni. No, per chi non si è vaccinato il lavoro è precluso e con esso la realizzazione personale, la dignità, parte dell’identità e la possibilità di mantenersi economicamente.
Per un 50enne non vaccinato l’Italia non è più ‘una Repubblica democratica, fondata sul lavoro’. Il lavoro non rappresenta più le fondamenta del vivere civile, ma è stato sostituito da una malposta priorità sanitaria. Malposta perchè – come si è detto fino allo sfinimento – il Green pass non crea luoghi di lavoro sicuri e il vaccino, pur riducendo i casi gravi di infezione, non incide in modo determinante sui contagi. Malposta soprattutto perchè tale norme draconiana viene introdotta proprio mentre la curva pandemica è in netto calo e l’emergenza, come spiegato dagli esperti, si sta affievolendo.
In un Paese che appena 80 anni fa è uscito dall’orrore dell’oppressione e che per riconquistare la libertà ha pagato un enorme sacrificio in termini di vite umane, accade questo. Accade mentre il sole risplende come sempre, le auto sfrecciano sulle strade e fuori dalle chiese ci si ritrova per gli scambi di auguri domenicali. Accade e tutti se ne fregano, come fosse normale.
Gli under 50 pensano che non è un problema loro, i vaccinati si sentono al sicuro e gli over 50 guariti pensano di averla scampata. E’ tutto normale, va tutto bene. Di principio, sì, non è giusto, questo è vero… ‘Ma, suvvia coi principi non si mangia… bisogna essere concreti’. Già, e sull’altare di questo pragmatismo si scava ancora un po’ più a fondo nella buca dove tutti ci siamo infilati. (Giuseppe Leonelli)
_______________________ [Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]
QUESTE SONO LE NOTIZIE CHE TI FANNO RICONCILIARE CON LA VITA E CHE TI FANNO CAPIRE CHE DIO C’E’. I MONDIALISTI, FIGLI DEI DEMONI, AVREBBERO VOLUTO CHIUDERE IL CERCHIO CON I BAMBINI, ANIME PURE, DA SACRIFICARE COME CONSUETUDINE NEI LORO RITI NEFASTI! MA E’ ANDATA MALE, COSI CHE QUEL CERCHIO NON SI CHIUDERA’ MAI, E I LORO PIANI FALLIRANNO! I CRIMINALI BASTARDI CI HAN PROVATO, MA LASSÙ QUALCUNO CI AMA PIU DI QUANTO POSSIAMO MERITARCI, E COSI, GRAZIE ALL’ALTA PROTEZIONE DELL’EMPIREO, LO SPORCO GIOCO, STA VOLGENDO AL CAPOLINEA. E ANCHE SE STANNO DICENDO CHE, OCCORRERÀ ATTENDERE L’ESTATE PER AVERE UN VACCINO PER I PIU’ PICCOLI, FATEVENE UNA RAGIONE……AVETE PERSO!
LA NOTIZIA ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️
Non ci sarà un vaccino per i bambini al di sotto dei 5 anni d’età prima dell’estate. A darne notizia è stata l’immunologa Antonella Viola in un intervento al TG3 domenica 13 febbraio. La ricercatrice ha annunciato: «Sui bambini lo studio clinico del vaccino Pifzer, sottoposto a revisione dalla Fda americana, non ha dato i risultati sperati. Non per problemi di sicurezza, ma l’efficacia non è risultata sufficiente, la protezione non è abbastanza e per questo la Fda ha sospeso il giudizio in attesa di ulteriori dati che includano la terza dose».
E VOI VIROLOGI, QUELLA DOSE , SILURATEVELA LADDOVE NON BATTE IL SOLE, IN PROFONDITA’! NEL FRATTEMPO INVOCO IL METEORITE!
Il colosso farmaceutico Johnson & Johnson ha bloccato la produzione del suo vaccino covid nell’unico stabilimento che produceva dosi utilizzabili alla fine dell’anno scorso, a Leiden, nei Paesi Bassi.
Il blocco della produzione è segnalato in un un report di martedì 8 febbraio citato dal New York Times.
Lo stop alla produzione del vaccino sarebbe iniziata alla fine dello scorso anno e potrebbe ridurre la fornitura di Johnson & Johnson di alcune centinaia di milioni di dosi, ha detto una fonte al giornale.
Altri stabilimenti sono state incaricati di produrre il vaccino J&J, ma attendono ancora le autorizzazioni, ha riferito il Times.
Johnson & Johnson era già rimasta indietro nelle consegne del suo vaccino covid nei paesi più poveri. Lo stabilimento di produzione nella città olandese di Leiden ha, infatti, spostato i suoi sforzi per produrre un altro vaccino sperimentale.
Si tratta di un vaccino contro il virus respiratorio sinciziale (RSV) da utilizzare in una sperimentazione clinica su anziani nei paesi ricchi, ha detto al Times una fonte vicina all’azienda.
Il vaccino non dovrebbe essere disponibile per diversi anni. Johnson & Johnson è una delle numerose aziende che stanno cercando di sviluppare il primo vaccino contro il virus respiratorio sinciziale.
Il vaccino covid di Johnson & Johnson è stato collegato ad episodi di grave coagulopatia e alcuni studi hanno segnalato un’efficacia inferiore alle attese.
Tuttavia, i paesi più poveri si affidano alla versione di Johnson & Johnson poiché non richiede una conservazione a temperature molto basse. Lo stabilimento di Leiden aveva la capacità di produrre più di 50 milioni di dosi al mese, secondo il Times.
Se la produzione ricomincerà dal mese prossimo, le dosi non verranno spedite fino a maggio o giugno, secondo il report.
Johnson & Johnson aveva affidato ad un’azienda appaltatrice la produzione del suo vaccino in uno stabilimento di Baltimora in grado di produrre un miliardo di dosi all’anno, ma le autorità regolatorie lo hanno chiuso lo scorso aprile.
Lo stabilimento ha ricominciato la produzione ad agosto ma la Food and Drug Administration non ha approvato nessun lotto e la spedizione è bloccata.
Secondo il report, sono in corso piani della J&J per avviare la produzione del suo vaccino in altre due strutture nella tarda primavera, una in India e un’altra nella Carolina del Nord.
Un portavoce di J&J ha detto al Times che la società stava “lavorando giorno e notte” per combattere la pandemia, con milioni di dosi accumulate negli stabilimenti.
La società ha affermato la scorsa estate di aver pianificato di fornire 1 miliardo di dosi nel 2021, ma non è stata in grado di raggiungere neanche l’obiettivo di 400 milioni di dosi, ha detto al Times una fonte vicina alla società.
Di seguito riportiamo il testo della testimonianza di una giovane ragazza a cui è stata imposta la vaccinazione e che si è ritrovata abbandonata dalle istituzioni. Questa denuncia ci arriva dalla dottoressa Maria Grazia Spalluto, Presidente dall’associazione Danni Collaterali.
Mi presento, Mi chiamo Elena Repetto, ho 24 anni, Convivo con il mio ragazzo e lavoro come barista. Due mesi fa mi sono trovata, come tutti, davanti alla fatidica ‘scelta’: tampone o vaccino?? Ho voluto mettere la parola “scelta” tra virgolette perché personalmente una scelta non mi si poneva… Purtroppo il mio compagno ha perso il lavoro quest’estate e con un solo stipendio avendo affitto e bollette da pagare aggiungere anche la spesa dei tamponi per poter continuare a lavorare era fuori questione.
Ho pensato di fare la scelta più logica…quella più consigliata. Quando il 23 settembre a lavoro mi é stato comunicato che era giunto il momento del famoso green pass non ci ho pensato due volte e sono corsa al centro vaccinale più vicino. Oltre ai classici sintomi post vaccino sembrava andasse tutto bene, per cui ho continuato la mia vita regolarmente. I primi problemi sono usciti fuori con la seconda dose il 21 ottobre. Questa volta i normali sintomi li avevo davvero più forti…ho avuto febbre alta, dolori muscolari e tosse fino al vomito. Dopo 3 giorni la febbre é passata allora ho pensato di tornare a lavorare anche se continuavo ad avere la tosse e sentirmi sempre debole e stanca. Il 5 novembre mentre stavo seguendo un corso per il lavoro improvvisamente ho incominciato a tossire talmente tanto da non riuscire a respirare e sentivo un dolore e un peso al petto che non posso spiegare…mi hanno portata in ambulanza in pronto soccorso continuando a ripetermi che era solo un attacco di panico e che dovevo cercare di respirare…io cercavo di spiegare che non era così ma non riuscivo a respirare…
Arrivata in ospedale però quando ho detto di aver fatto la seconda dose di vaccino due settimane prima, la situazione é cambiata, nel giro di un’ ora mi avevano già fatto un elettrocardiogramma e un ecografia al cuore…da li il referto pericardite. Sono passate tre settimane da quel giorno, due settimane le ho passate a letto senza avere le forze di riuscire a muovermi…poi ho deciso di reagire e piano piano sono riuscita a muovermi dentro casa.
Ieri per la prima volta sono uscita di casa per poter fare un’ ecografia di controllo e per la prima volta dopo settimane ho potuto fare una passeggiata sul lungo mare ma quello che facevo prima con leggerezza, come una passeggiata, ora mi stanca e mi fa sentire questo peso al petto…spero solo di poter tornare al mio lavoro e alla mia quotidianità il prima possibile. Mai avrei pensato di sentirmi così a 24 anni… Elena Repetto”.
A prescindere da ogni considerazione sull’efficacia o meno dei vaccini, Elena ha fatto il vaccino che le era stato di fatto imposto attraverso una obbligatorietà subdola e surrettizia e secondo la narrativa ufficiale del potere aveva comunque contribuito alla battaglia contro il virus. Abbandonarla oggi in condizioni per cui non può lavorare, senza riconoscere alcun indennizzo, ribalta la versione ufficiale dei fanatici del vaccino. Se per lorsignori chi non si vaccina è un disertore, chi si vaccina e viene abbandonato dai chi le ha dato l’ordine di andare in guerra che cos’è se non un vigliacco traditore e un disertore al cubo?
La Pfizer teme la diffusione dei dati sull’efficacia e sugli effetti collaterali relativi al vaccino anti-Covid da lei prodotto nonché le conseguenze sugli affari della fine della pandemia. È tutto scritto nero su bianco nell’ultimo rapporto rilasciato dallo stesso colosso farmaceutico, relativo agli utili nel quarto trimestre 2021. Nel capitolo intitolato “Rischi relativi al nostro Business, al settore e alle operazioni e allo sviluppo dell’attività” si leggono parole gravi, che lasciano tanto più colpiti in quanto scritte pubblicamente senza, evidentemente, che vi sia alcun timore che queste generino legittime rimostranze da parte dei Governi, come sarebbe lecito aspettarsi. “Vi è il rischio che un maggiore utilizzo del vaccino o di Paxlovid porti ad ulteriori informazioni sull’efficacia, la sicurezza o altri sviluppi, incluso il pericolo di ulteriori reazioni avverse, alcune delle quali possono essere gravi” si legge a pagina 39 del rapporto. Mentre a poche righe di distanza si accenna ai rischi economici derivanti dalla “possibilità che il Covid19 diminuisca in severità o diffusione o che scompaia interamente”.
Fin dalla prima pagina del documento sono presentati i dati attinenti ai ricavi dell’azienda rapportati a quelli conseguiti nel 2020: la Pfizer ha registrato un fatturato complessivo di 81,3 miliardi di dollari, con una crescita del 92% rispetto all’anno precedente e ciò, quasi esclusivamente, grazie alla vendita dei vaccini anti-Covid. Ad offuscare questo eccezionale scenario economico, vi sono appunto le preoccupazioni relative ai dati clinici e preclinici, all’efficacia e agli effetti avversi dei sieri anti-Covid19, analizzate meticolosamente nel report in questione. Questi rischi riguardano innanzitutto la diffusione di ulteriori dati clinici e preclinici, soprattutto dopo che un giudice federale del Texas ha imposto alla FDA di pubblicare 55000 pagine al mese della documentazione dei test clinici del vaccino Pfizer-BionTech. Si legge, dunque, che i problemi per l’attività della multinazionale potrebbero derivare, tra gli altri, dal “rischio associato ai dati preclinici e clinici (compresi i dati della fase 1/2/3 o della fase 4 per Comirnaty), inclusa la possibilità di ulteriori informazioni riguardanti la qualità dei dati preclinici, clinici e di sicurezza che possono emergere in seguito a audit e ispezioni”.
Nonostante questi timori riguardanti i dati della sperimentazione e l’evoluzione della situazione pandemica, il presidente e amministratore delegato, Albert Bourla, ha messo in luce gli enormi successi della compagnia conseguiti negli ultimi due anni i quali, a suo dire, «hanno fondamentalmente cambiato la Pfizer e la sua cultura per sempre». Lo stesso Bourla, guardando al futuro prossimo, ha dichiarato: «Ovunque nella compagnia vedo colleghi ispirati da ciò che abbiamo raggiunto e determinati a fare parte della prossima svolta che può cambiare il mondo per i pazienti in difficoltà. Siccome entriamo nel nuovo anno, non vedo l’ora di vedere tutto quello che realizzeremo insieme». Infine, Bourla ha recentemente asserito che non esclude la necessità di una quarta dose e l’ipotesi di richiami per diversi anni, in quanto «il virus non andrà via e presumiamo che resti per un decennio. […] Per questo si è fatta strada l’ipotesi di una quarta dose almeno prima di procedere con la regolare vaccinazione annuale».
Le case produttrici di farmaci sono, prima di ogni altra cosa, aziende che in quanto tali puntano a generare profitto. Non deve quindi sorprendere né scandalizzare che il documento Pfizer parli della pandemia come di un affare, né che speri nella quarta dose o nei richiami annuali. Quello che però colpisce, è l’assenza di reazioni pubbliche da parte degli enti europei e internazionali deputati alla salute pubblica (innanzitutto Ema e Oms) all’evidente timore rispetto a quanto si potrebbe scoprire nel prossimo futuro sulla qualità dei dati preclinici e clinici prodotti, sull’efficacia stessa del vaccino e sulle reazioni avverse. Siamo di fronte a una azienda che, in buona sostanza, palesa la possibilità che venga fuori che il farmaco da lei prodotto, e che già è stato somministrato a centinaia di milioni di persone, sia stato testato con procedure imperfette, sia meno efficacie di quanto comunicato e sia al tempo stesso più pericoloso. Non a caso poche settimane fa il British Medical Journal, una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, ha evidenziato in un editoriale dai toni molto duri la necessità che i ricercatori abbiano immediatamente l’accesso ai dati grezzi raccolti nelle sperimentazioni dei vaccini anti-Covid. Per ora nessuno li ha ascoltati.
da LaPressa – Buonasera, sono una mamma avvilita. Ho letto i vostri articoli di testimonianze di persone con reazioni avverse da vaccino Covid. Vi racconto la mia. Mio figlio ha 13 anni. Ha fatto la seconda dose Pfizer verso fine agosto, nelle 12 ore successive ha sviluppato linfonodi reattivi del collo, irrigiditi e gonfi, afte nel cavo orale e diarrea. A settembre ho contattato la pediatra che mi ha prescritto esami del sangue e delle feci: mio figlio perde improvvisamente 7 chili.Naturalmente la pediatra subito smentisce correlazione con la seconda dose.
Ritiro gli esami dopo una settimana e riportanoSideremia molto bassa, a 16, Pcr alterato e sangue occulto nelle feci. Segue ricovero in ospedale, endoscopia e gastroscopia: a mio figlio viene diagnosticato il morbo di Crohn. Vengono prescritti due mesi di sola nutrizione biologica, senza l’aiuto iniziale della dispensa Asl. Ormai avviliti emotivamente ed economicamente, fortunatamente, riesce a rimettere peso, 900 grammi a settimana. Intanto arriviamo a gennaio: integriamo gli alimenti gradualmente, senza mai staccare l’apporto del biologico, mesalazina, punture di reumaflex, vitamine, probiotici, ma il Crohn si riacutizza. Eseguiamo un’eco addominale: le aftosi intestinali e le lesioni sono ancora lì.
Ci viene chiesto di fare una risonanza che abbiamo prenotato ma purtroppo il ragazzo da lunedì ha il Covid.Conclusione il vaccino è servito a renderlo un invalido. Non abbiamo nessuna familiarità alla malattia: il vaccino lo ha ‘slatentizzato’, questo quello che qualche medico ha avuto il coraggio di dirmi, ma non di dichiararlo. Ho fatto segnalazione alla farmacovigilanza, ma per ora tutto tace. Potevamo tenere fuori da questa sperimentazione bambini e ragazzi? Ho tre dosi per poter lavorare, ma scusatemi ora non ci credo più. Ho paura per mio figlio, chissà se ritornerà mai a fare una vita normale.
Nell’Italia di Mario Draghi e della dittatura sanitaria si respira, da tempo, un’aria preoccupante. I casi di discriminazione verso chi non si vaccina sono ormai all’ordine del giorno, con gli stessi politici che non perdono occasione per rimarcare come siano loro, i terribili “no vax”, i veri responsabili della pandemia, in barba a qualsiasi evidenza scientifica. E gli episodi di intolleranza, in un questo clima fomentato ad arte dall’alto, si moltiplicano. Al punto che è stato sufficiente un banalissimo cartello per creare guai ai gestori di un bar.
Come raccontato da Letizia Cantaloni sulle pagine di Byoblu, l’episodio è andato in scena a Urbino, nelle Marche, dove i proprietari del bar Caffè del Sole aveva affisso un cartello fuori dal locale con scritto: “Raccomandiamo alla gentile clientela di non smettere di vivere per paura di morire “. Un invito a reagire in un’epoca difficile, segnata da una pandemia che ha cambiato il nostro modo relazionarsi con gli altri. Per qualcuno, però, un messaggio pericoloso da rimuovere in tutta fretta.
“Quello che abbiamo vissuto noi ieri è stato vissuto da altre persone prima di noi e se non facciamo qualcosa, se non ci opponiamo anche solo raccontandolo, non terminerà mai e saremo sempre vittime di qualcosa che non vogliamo ammettere essere sbagliato, nulla è più violento della censura” ha concluso il proprietario del bar. Una storia assurda che ha fatto subito il giro dei social, con tantissimi utenti che hanno manifestato solidarietà al Caffè del Sole mostrando allo stesso tempo forte preoccupazione per il clima di intolleranza in cui è piombato il nostro Paese, con la libertà di espressione ormai a forte rischio.
IN QUESTO ULTIMO ANNO, CON L’AVVENTO DEI ”VACCINI” O SIERI MAGICI COME PREFERISCO DEFINIRLI, ABBIAMO SPIEGATO, SENZA UN ATTIMO DI SOSTA, L’ INCERTEZZA SUI LORO BENEFICI, IN UNA FASE TUTTA SPERIMENTALE, AVVALORATA DAI NUMERI RACCAPRICCIANTI SUGLI EVENTI AVVERSI E SULLE MORTI POST INOCULAZIONE. SENZA ALTRI GIRI DI PAROLE, VI LASCIO ALLA VISIONE E ALL’ASCOLTO DI QUESTO VIDEO ESAUSTIVO, ATTRAVERSO IL QUALE, DARE CONFERMA A CIO’ CHE LA VERA SCIENZA HA SEMPRE SPIEGATO, IN TUTTO QUESTO TEMPO, E FAR CAPIRE, A CHI SI E’ SCOPERTO TRI DOSATO PENTITO, CHE OCCORRE DARE UNO STOP A QUESTA CARNEFICINA, OPPONENDOSI A POSSIBILI NUOVE PROPOSTE DI INOCULAZIONE! AVETE CAPITO DI ESSERE CAVIE?