«La “Quinta Columna” afferma di aver scoperto che la c-19 è una sindrome da irradiazione acuta causata dall’introduzione di ossido di grafene nel corpo umano. Le prime inoculazioni di ossido di grafene sarebbero iniziate nel 2019 con i sieri antinfluenzali.L’ossido di grafene è radio-modulabile e alimenta di energia le microstrutture tecnologiche, indispensabili per spianare la strada al Nuovo Ordine Mondiale, i cui obbiettivi sarebbero il depopolamento ed il controllo globale», scrive ImolaOggi.
«Il Dottor Ricardo Delgado Martin è Laureato in Statistica presso l’Università di Sevilla. Master di specializzazione in Biostatistica. Post-laurea in Biologia della Salute: Microbiologia Clinica, Epidemiologia e Immunologia Clinica Applicata presso l’Università Europea Miguel de Cervantes. Esperto universitario in genetica clinica dell’Università Antonio de Nebrija. Attestato di contributo scientifico dell’Università di Sevilla e del S.I.P.I.E. Master post-laurea in psicologia infantile».
QUESTO IL VIDEO RELATIVO ALLA TRASMISSIONE DI SABATO 22 GENNAIO SU CANALE ITALIA ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️
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[Questo articolo è condiviso dal Comitato Tecnico Libera Informazione (Co.Te.L.I.), che vede la collaborazione di diversi giornalisti e blogger, tra cui le fondatrici Marzia MC Chiocchi di Mercurius5.it e Monica Tomasello di CataniaCreAttiva.it, supportati da un team di professionisti (insegnanti, economisti, medici, avvocati, ecc.) formatosi con l’unico intento di collaborare per la difesa della libertà di espressione (art. 21 della Costituzione Italiana e art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) e per la ricerca e condivisione della verità sui principali argomenti e fatti di rilevanza sia locale che globale]
COMUNICATO STAMPA ITALEXIT CON PARAGONE – CALABRIA “ABBIAMO DENUNCIATO IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA”
Come annunciato nei giorni scorsi comunichiamo di aver presentato in data odierna formale denuncia ai Carabinieri, compagnia di Lamezia Terme, in merito alle parole del Presidente della Calabria Roberto OCCHIUTO. La suddetta si riferisce alle dichiarazioni del Governatore rilasciate in data 19/01/2022 durante il programma “OGGI È UN ALTRO GIORNO” su RAI 1, ove lo stesso avrebbe usato toni intimidatori e discriminatori verso quella categoria di liberi cittadini che oggi, sui media e dalle Istituzioni, vengono marchiati con po l’appellativo “novax”. Parole indicibili che rispediamo al mittente come ad esempio “Wanted”.
QUESTO IL VIDEO CON LE GRAVI AFFERMAZIONI DI OCCHIUTO ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️
La denuncia, redatta dal dipartimento legale Italexit Calabria, è coadiuvata da un supporto digitale contenente video e testi delle dichiarazioni di Occhiuto e, soprattutto, da un centinaio di firme di cittadini calabresi, sorprendentemente molti dei quali vaccinati, raccolte in poche ore dopo la pubblicazione sui social di un avviso per l’adesione presso nostra sede regionale sita in Lamezia Terme, dimostrando un gran fermento per questa nostra iniziativa.
Ora toccherà agli organi competenti valutare se parole ed operato del Presidente della Calabria siano stati conformi o meno alle leggi vigenti; di contro noi non possiamo far altro che sottolineare il nostro dissenso politico ed etico verso questo tipo di condotte, le quali di certo non giovano né alla Calabria, né all’economia, né tantomeno alla socialità.
Saremo sempre per il rispetto dei Diritti Costituzionali e della democrazia e, oggi più che mai, possiamo assicurare a chi si porrà in contrasto con questi principi fondamentali che non ci tireremo indietro davanti a nulla e nessuno, consapevoli che i cittadini calabresi ripudiano con fermezza il clima d’odio che si è instaurato anche nella nostra regione.
Continueremo la nostra battaglia per la difesa delle libertà individuali contro ogni forma di discriminazione.
Il Coordinamento Regionale ITALEXIT CON PARAGONE – CALABRIA
Di seguito vi riproponiamo il video che ritrae il governatore Occhiuto mentre rilascia le sue dichiarazioni scellerate e profondamente discriminatorie
22 Gennaio 2022 -Redazione Co.Te.Li – Fonte: MilanoToday
La direzione generale Welfare della Regione ha avviato un’ispezione interna all’Istituto ortopedico Galeazzi d Milano dopo il caso, scoppiato nei giorni scorsi, per il rinvio degli interventi ad alcuni pazienti sprovvisti di “super green pass”. La decisione di rinviare le operazioni chirurgiche non urgenti, secondo quanto era trapelato nei giorni scorsi, era stata presa dal direttore sanitario della struttura Fabrizio Pregliasco.
Agli ispettori è stato chiesto di “raccogliere informazioni”. Inoltre, a breve, l’ospedale dovrà anche produrre una relazione su cio’ che è accaduto.
Operazioni rinviate o negate al Galeazzi: cosa sta succedendo
Il caso è scoppiato, la sera del 18 gennaio quando, nel corso della trasmissione “FUORI DAL CORO” il giornalista conduttore Mario Giordano ha raccontato quanto riportato da due pazienti, che si sarebbero visti rimandare un’operazione chirurgica perchè non possedevano il super green pass.
Il call center del Galeazzi, intervistato dalla stessa trasmissione, ha confermato di avere avuto un’indicazione scritta, firmata dal virologo Pregliasco, in merito. Ma è lo stesso virologo, il 19 gennaio, a far meglio il punto sulla questione. Sentito dall’Ansa, il direttore del Galeazzi ha sostanzialmente confermato la riprogrammazione degli interventi per i pazienti con fragilità, tra cui quelli sprovvisti di green pass rafforzato, che sono considerati fragili in virtù della minor protezione contro il virus. MA CHI TI CREDE!
Tuttavia questa riprogrammazione vale esclusivamente per gli interventi non urgenti. Il Prof. Pregliasco ha poi fornito una spiegazione alquanto astrusa, si e’ arrampicandosi sugli specchi, come di confà a chi tenta una disperata difesa! Adesso gli ispettori della Regione Lombardia faranno le verifiche del caso, con il nostro augurio che facciano luce e giustizia sul caso, prendendo seri e significativi provvedimenti.
RIBADIAMO: MA CHI TI CREDE!!!!!!
NEL FRATTEMPO, NEI CONFRONTI DI PREGLIASCO È STATA PRESENTATA UNA DENUNCIA ⤵️
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La scelta del governo italiano di introdurre il cosiddetto Super Green pass, certificazione virtuale imposta alla popolazione come strumento necessario per avere accesso a una vita normale, è una forma di discriminazione. Secondo Amnesty International, di dubbi in merito ne restano, e parecchi. L’organizzazione non governativa ha infatti puntato il dito contro le scelte dell’esecutivo Draghi, chiedendo di riconsiderare la proroga dello stato di emergenza e concentrarsi sull’aumento dell’adesione volontaria al vaccino, senza ricorrere a imposizioni dall’alto.
Come riportato da “IL TEMPO” Amnesty ha sollecitato il governo italiano a riconsiderare attentamente la misura dello stato di emergenza, in vigore ormai da quasi due anni. “in quanto tutte le misure di carattere emergenziale devono rispondere ai principi di necessità, temporaneità e proporzionalità”. Poi, l’invito alle autorità a promuovere forme di comunicazione chiare e inclusive “per garantire alla popolazione l’adozione di comportamenti responsabili per la tutela dell’incolumità collettiva e seguire le linee guida di salute pubblica”.
Sulla vaccinazione obbligatoria, introdotta in Italia per tutta la popolazione over 50, ha ribadito di non supportare obblighi di questo tipo.
Nel mirino di Amnesty anche il Green pass, “che deve essere un dispositivo limitato nel tempo”. Il governo deve continuare a garantire che l’intera popolazione possa godere dei suoi diritti fondamentali. Chiediamo che vengano prese misure alternative per permettere anche alla popolazione non vaccinata di continuare a svolgere il proprio lavoro e di utilizzare i mezzi di trasporto, senza discriminazioni”.
15 Gennaio 2022 – di Andrea Brancolini (La Pressa.ti)
Una volontà di ledere. Non la si può interpretare altrimenti l’ennesima norma contro i non vaccinati e l’ultimo discorso del primo ministro con la sua accusa proprio a questa categoria espiatoria lo conferma. Ancora una volta a pagare le conseguenze di un clima d’odio nutrito da un delirio legislativo assoluto sono i lavoratori, la gente comune, padri e madri e i loro figli con l’unica “colpa” d’essere dei non vaccinati. L’ultima follia normativa, infatti, sta mettendo a repentaglio non solo e tanto il lavoro ma pure la stessa vita dei sanitari ed in parte del personale scolastico.
Spiego a cosa mi riferisco perché temo sia un passaggio sfuggito a molti e volutamente tenuto nascosto dal governo per continuare a poter spingere impunemente su questa infausta ed ingiustificata per la salute pubblica campagna vaccinale ad oltranza.
Che il governo fosse spregiudicato lo abbiamo constatato in più occasioni: non rende disponibili i dati degli effetti avversi e delle morti da vaccino da novembre; si è fatto la legge per l’impunità penale che consente alle procure di archiviare anche i casi in cui i morti sono direttamente correlati ai vaccini, in quanto avendo il vaccinando firmato il falso consenso informato ha in realtà sollevato chiunque dalle conseguenze del vaccino stesso; non pratica una farmaco vigilanza attiva; si avvale del finanziamento al main-stream per pilotare l’informazione; falsifica i dati che poi utilizza per fondare le politiche sanitarie e sociali, nonché lo stato di emergenza; ricorre spudoratamente al “capro espiatorio” per depistare l’attenzione dalle proprie gravissime responsabilità, insomma sapevamo tutto questo e molto altro, ma dobbiamo conoscere anche quest’altra irrazionale e pericolosissima norma. Una totale abolizione del buon senso che viene sostituito d’ufficio da ciò che consente una radicale sottrazione di diritti sociali costituzionalmente riconosciuti e una continuazione ad libitum del terrore.
Si perché al governo non piacciono i sanitari (ed anche il personale scolastico) guariti dal Covid ai quali, se pur con diritto al possesso del super mega (fantozziano) green pass, ma non vaccinati, non è consentito di lavorare. Ma come, voi direte? Un guarito non può nell’immediato reinfettarsi o infettare ed anzi ha una immunità provatamente maggiore, anche in durata temporale, di un qualsiasi vaccino, tanto, lo ripetiamo, che ha diritto al green pass, eppure per il governo non ha diritto a lavorare! Green Pass Super si, lavoro e stipendio no! Infatti, il governo impone ai sanitari guariti che vogliano, e aimè vogliono, tornare al lavoro di farlo solo dopo tre mesi dalla guarigione ed essendosi sottoposti preventivamente ad almeno una dose del siero. La richiesta è stata comunicata a voce a mia moglie e abbiamo scritto all’Ordine dei medici con l’avvocato affinchè ufficializzino tale necessità: tre mesi di attesa e una dose di vaccino per essere reintegrata.
Quindi riepilogando al governo i sanitari guariti ma non vaccinati non vanno bene, devono restare sospesi e comunque non rientrare al lavoro anche se guariti, prima di aver fatto trascorrere tre mesi dalla guarigione ed aver completato il ciclo vaccinale con almeno una dose di siero. A vigilare su questa porcheria sono gli ordini dei mediciche sono da annoverare tra i peggiori passacarte della storia delle istituzioni di vigilanza. Probabilmente al governo non pagando migliaia di persone per qualche tempo sperano di far cassa e di rientrare dei denari elargiti per mantenere questo stato d’emergenza…
Prima però di fare domande, dobbiamo aggiungere un dato correlato ed inquietante che se conosce chi scrive, davvero è alla portata di tutti, e cioè che vaccinare chi è guarito può rivelarsi pericoloso oltre che inutile. Pericoloso per la possibilità che in caso di infezione successiva alla vaccinazione si sviluppi un fenomeno conosciuto con l’acronimo di ADE (antibody dependend enhancement) che può rendere la malattia estremamente aggressiva perfino in un organismo giovane e sano. Certamente inutile poichè sono ormai numerosi ed univoci gli studi scientifici che mostrano senza dubbi come l’immunità naturale sia più completa, protettiva e duratura di quella decisamente effimera offerta dai vaccini,
Non aggiungiamo altro se non che ci pare davvero che si sia passato ampiamente il segno di ogni tollerabile pazienza e comprensione. E’ troppo davvero: doversi sottoporre per legge ad una sperimentazione che non si ferma neppure dinnanzi alla provata inutilità della stessa!
Ora, consapevoli di tutto ciò, poniamo a tutte le istituzioni che già, contravvenendo l’art.32 della Costituzione, ci vogliono imporre come guariti la vaccinazione per lavorare qualche domanda: a che pro, per quale ragione perseguite questa folle via?Perché volete che pure chi è già stato contagiato venga inoculato esponendolo a rischi? Perché i malati guariti non vengono semplicemente considerati immuni così come dimostra la medicina?Perché questa insistenza a vaccinare? Perché impedire a sanitari di lavorare anche se guariti e quindi in possibilità di lavorare in totale sicurezza per sé e per i pazienti?
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13 gennaio 2022 – di Monica Tomasello (Redazione Co.Te.L.I.)
Il testo girava già questa estate, ma oggi Vittorio Sgarbi lo fa ascoltare in un suo video diffuso sui social e poi su YouTube.
Il contenuto del video riguarderebbe una sentenza inappellabile, e le parole sarebbero quellescritte dal prof. Beniamino Deidda, ex magistrato ora in pensione e direttore della scuola superiore di magistratura.
Su una cosa però non dovrebbero esserci dubbi, o per lo meno così dovrebbe essere: il principio della certezza del diritto. Un principio che però ultimamente sembra, ahinoi, venir meno sempre di più.
Apro una piccola parentesi giuridica soltanto per ricordare come la “certezza del diritto” è il principio in base al quale ogni persona deve essere posta in condizione di valutare e prevedere, in base alle norme generali dell’ordinamento, le conseguenze giuridiche della propria condotta, e che costituisce un valore al quale lo Stato deve necessariamente tendere per garantire la libertà dell’individuo e l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Ed è incontestabile laddove la norma sia scritta chiaramente (“In claris non fit interpretatio”) come nel caso delle leggi sopracitate.
Perché se è vero che, in base al principio della positività e della flessibilità del diritto, ogni norma è interpretabile, è anche vero che l’interpretazione delle fonti normative sono governate in primo luogo dall’interpretazione letterale, come si evince proprio dall’art. 12 delle disposizioni preliminari al codice civile.
Senza scendere ulteriormente nei “meandri” giuridici delle mie reminiscenze universitarie e di ex docente di diritto, dico soltanto che poco importa chi abbia detto/scritto quelle parole… L’unica cosa che davvero conta è che il riferimento sia a norme chiare ed incontrovertibili.
Detto questo, buona visione, ma soprattutto BUON ASCOLTO!
Lo stesso video è stato postato anche su Facebook ⤵️
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Il pessimo spettacolo della nostra politica, il pessimo spettacolo dei nostri televirologi. E l’Italia resta impantanata nella malagestione e nella repressione delle libertà dei cittadini. Mentre gli altri Paesi tornano alla normalità e iniziano a vedere l’inizio della fine di questo incubo. L’ultimo saggio di tragicommedia all’italiana è andato in onda a “Non è l’arena“, dove si è assistito a una “scazzottata” mediatica tra Crisanti e Bassetti. Dopo le canzoncine di dubbio gusto, e alle opinioni puntualmente smentite dopo qualche giorno, ora siamo agli insulti. Massimo Giletti ha chiesto ad Andrea Crisanti un parere sulla proposta del collega Matteo Bassetti di sospendere il report quotidiano sul Covid, limitandosi a fornire i dati una volta a settimana. Il risultato?
Apriti cielo, la risposta del professore di microbiologia è di fuoco. “Quando lei guida in autostrada – dice Cristanti rivolto a Giletti, ripreso da Il Tempo – per capire se va veloce guarda l’indicatore di velocità e può controllare se si mette in pericolo. Sul cruscotto della pandemia gli indicatori sono il numero dei casi, l’incidenza RT e il numero delle persone che vanno in ospedale e in rianimazione sono un effetto collaterale della diffusione del virus. Penso che le dichiarazioni – riferendosi alle parole di Bassetti – siano da analfabeti di epidemiologia”.
“Continuo a pensare – aveva detto Bassetti all’Agi – che il report giornaliero andrebbe evitato. Siamo gli unici in Europa, un conto era un anno fa, un altro oggi con la popolazione vaccinata al 90%. Nei nostri reparti siamo ben oltre il 35% di ricoverati che con il Covid-19 non c’entrano nulla. Non hanno della malattia nessun sintomo, ma solo la positività al tampone per l’ingresso in ospedale. Anzi, dirò di più, questo avviene anche nella registrazione dei decessi: se il paziente entra in ospedale per tutt’altro, ma è positivo e muore, viene automaticamente registrato sul modulo come decesso Covid. Sono numeri assolutamente falsati”. Crisanti, dal canto suo, gli ha dato dell’analfabeta epidemiologico.
Nel video realizzato dall’avvocato Alessandro Fusillo [il link in fondo all’articolo] dove vi è una prima parte dell’analisi del nuovo DL 1 che la cabina di regime ha varato il giorno della Befana, c’è una dichiarazione importante che condividiamo.
«C’è una gradualità del male, una gradualità della malvagità di persone che vogliono rovinare la vita a un numero sempre crescente di cittadini. – afferma Fusillo – L’avevamo detto fin dal principio, purtroppo i fatti ci stanno dando ragione. Questo è il momento di resistere è il momento di resistere in massa».
«Il mio appello a tutti i cittadini ultracinquantenni, che non siano convinti per ragioni loro di farsi il trattamento magico, è quello di rifiutarsi, di ribellarsi, di accettare anche le conseguenze negative che ci saranno per tutti, perché è importante dire di ‘no’».
«Noi l’abbiamo sottolineato tantissime volte: questo è il momento di una ribellione corale degli italiani– afferma con fermezza l’avvocato – Non solo: io esorterei anche quelli che hanno voluto fare la puntura di allearsi con i loro concittadini che stanno combattendo per la libertà. Perché qui non è il tema puntura non puntura, quello è un tema del tutto secondario rispetto a ciò che sta succedendo».
«Qui è in atto un attacco alla libertà di tuttie non ci si può trincerare dietro al fatto ‘ma vabbè io ho fatto la puntura quindi sono a posto‘. A parte che, come si è visto, l’aver fatto la puntura non significa assolutamente niente, perché l’intenzione qui è di punturarvi ogni 3-4 mesi, perché ci sono i padroni delle case farmaceutiche che devono fare fatturato».
«Ma anche se uno fosse convinto di fare la puntura ogni tre mesi non è questo il tema. Non può essere un buon motivo per opprimere tutti gli altri, per opprimere quelli che invece non la vogliono fare».
«Anche in Germania, negli anni ’30, chi era ariano poteva dire ‘vabbè ma io sono ariano, tutto sommato che cosa me ne importa‘. No, perché abbiamo tutti il dovere di combattere, per la libertà di tutti quanti e il fatto di trovarci per ragioni casuali in una situazione favorevole al diktat della dittatura non significa che questo ci salvi in futuro, e non significa che non ci sia un dovere di solidarietà con tutte le altre persone, perché ne va della nostra libertà».
È morto nella notte David Sassoli, presidente del Parlamento europeo. Aveva 65 anni. Era ricoverato dal 26 dicembre in seguito a una grave complicanza dovuta ad una disfunzione del sistema immunitario. “Il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli – ha annunciato il suo portavoce Roberto Cuillo – si è spento alle ore 1.15 dell’11 Gennaio presso il CRO di Aviano (PN) dove era ricoverato. Nelle prossime ore verrà comunicata data e luogo delle esequie”.
A settembre il ricovero per una polmonite
Sassoli aveva già dovuto annullare tutti gli impegni istituzionali da settembre a inizio novembre scorsi, a causa di una polmonite. Il presidente del Parlamento europeo era stato ricoverato per diversi giorni in un ospedale di Strasburgo, fino a quando i medici non gli avevano consentito il rientro in Italia per continuare a curare la polmonite. A novembre poi c’era stata una ricaduta. Il mese scorso Sassoli aveva annunciato che non si sarebbe ricandidato alla guida dell’Europarlamento.
Una vita tra giornalismo e politica
Sassoli era nato a Firenze il 30 maggio 1956. Da volto familiare del Tg1 a presidente del Parlamento europeo, la sua è stata una vita divisa fra il giornalismo e la politica, a cavallo fra il capoluogo toscano, Roma e Bruxelles fino a diventare nel 2019 presidente dell’Europarlamento. Sposato e padre di due figli, era diventato un volto noto alle famiglie italiane soprattutto per la sua conduzione del Tg1, di cui è stato anche vicedirettore durante l’era di Gianni Riotta. Una carriera che si chiuse nel 2009, quando Sassoli decise di dedicarsi alla politica.
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AL VIA LA MAXI CAUSA CONTRO IL SUPER GREEN PASS E PER IL RISARCIMENTO DANNI CONTRO LE MISURE DOLOSE DI DIFFUSIONE DEL VIRUS, ATTUATE DAL GOVERNO CON I PROVVEDIMENTI DISCRIMINATORI. II giorno venerdì 14 gennaio verrà notificata a Draghi, Speranza ed al governo la maxi causa civile per il risarcimento dei danni ex art. 2043 c.c. conseguenti ai provvedimenti discriminatori varati con il DL n. 172 e con quello n. 1/2022. Con tale impostazione si evita la problematica di declaratoria di competenza del giudice amministrativo che è stata brutalmente subita da altri colleghi nelle cause collettive per i sanitari ed il green pass. E’ essenziale comprendere che tutti coloro che non sono vaccinati, anche non ultra-cinquantenni, trovano in questa causa il vettore per il rovesciamento totale del fronte. La causa non è soggetta alla preliminare pronuncia sull’ incostituzionalità per cui procederà spedita, in un senso o nell’altro, fondandosi su eccezioni di natura strettamente medico-scientifica. Si può aderire,anche dopo venerdì fino a quando comparirà l’ informativa. Per le modalità concrete: ⤵️⤵️⤵️⤵️⤵️
Mentre il governo italiano accentua una gravità inesistente della pandemia, in funzione manipolatoria strumentale per obbligare ad una vaccinazione inutile, prima la Corte di Appello Belgadichiara l’ illeggittimità del green pass, poiil governo francese rinuncia all’obbligarorietà vaccinale, in Germania voci autorevoli criticano ogni possibile obbligo vaccinale ed ora, notizia veramente tombale,il governo spagnolo degrada la Sars cov 2 a mera influenza e chiede a tutti i governi di prendere atto della realtà epidemiologica. Si avvicina la fine del governicchio dei vergognosi mediocri italioti. E’ ora di contrattaccare senza paura.